Come acutamente osservò Umberto Saba, nel Canzoniere petrarchesco "Laura è sempre presente ed è sempre assente".
L’autore triestino della cosiddetta "poesia onesta" non poteva immaginare che il filosofo strutturalista francese Gilles Deleuze avrebbe ampiamente teorizzato il principio della presenza-assenza, nel saggio La logica del senso del 1969.
L’amore per Laura nel Canzoniere di Petrarca
Laura è oggetto di un desiderio concreto che turba il poeta e che, in quanto tale, viene vissuto come un peccato, fonte di sensi di colpa. Pertanto rispetto agli Stilnovisti e ai Provenzali prima, fatte salve le debite differenze, l’amore per Petrarca non è un mezzo di elevazione spirituale o di perfezionamento interiore.
L’amore è presentato ora come una malattia, ora come un’esperienza infelice per definizione in quanto irrealizzabile. Temi questi trattati da una lunga tradizione: due esempi su tutti Catullo e Arnaut Daniel.
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Una novità riguarda la fisicità della donna amata. Da un lato risponde al canone estetico femminile medievale; dall’altro, però, è collocata su uno sfondo naturale, per quanto generico e a tratti ripetitivo. Soprattutto, Laura è inserita in una dimensione terrena, perché soggetta alle ingiurie del tempo, perché invecchia e muore.
Un’altra novità, parafrasando Romano Luperini, consiste nel fatto che Petrarca sposta l’attenzione dalla donna a se stesso, con riflessioni ampie e articolate. Devia il focus sulle conseguenze psicologiche di un amore impossibile, giocato sempre sull’assenza.
Il poeta riflette, e non solo nel Canzoniere, sulla malinconia profonda, su uno stato di prostrazione emotiva che questo tipo di amore genera in lui. È plausibile che Freud avrebbe chiamato lutto la mancanza dell’oggetto dell’amore.
L’ultima importante novità riguarda il rifugio poetico di Petrarca dopo la morte di Laura, che altro non è se non un’assenza definitiva. L’ immagine del suo corpo, seppur vago e indistinto, continua a ossessionare in sogno il poeta.
Particolarmente interessanti dal punto di vista psicologico i testi, definiti dal Carducci "impressioni valchiusane", cui aggiungerei la canzone Chiare et fresche et dolci acque. Petrarca immagina, una volta sepolto in luoghi a lui cari, in paesaggi naturali modellati sul locus amoenus, di essere finalmente allietato dalla presenza affettuosa di Laura in vita presso la sua tomba.
Oggi la chiameremmo una fantasia consolatoria a carattere compensativo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’amore per Laura nel Canzoniere di Petrarca: tradizione e innovazione
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