Non fatevi spaventare dal nome complesso: la paronomasia è una figura retorica tutto sommato innocua e il suo significato vi sarà chiaro senza problemi, soprattutto dopo aver preso in considerazione qualche esempio.
Paronomasia: significato
La paronomasia è una figura retorica del suono, che consiste nell’accostamento di due o più termini che abbiano un suono molto simile, ma un diverso significato. I due termini si chiamano paronimi.
Sulle paronomasie sono per esempio costruiti i proverbi e le espressioni idiomatiche italiane come:
Carta canta.
Capire fischi per fiaschi.
Chi dice donna dice danno.
Chi non risica non rosica.
Dalle stelle alle stalle.
Volente o nolente.
Il suo impiego può esaltare la musicalità o avere scopi umoristici. Non solo: l’impiego di una paronomasia rende semplicissima la memorizzazione, motivo per cui la figura retorica è spesso usata nel linguaggio pubblicitario e nei marchi. Un esempio? Coca-Cola.
Esempi
Riportiamo di seguito qualche altro esempio di paronomasia nella letteratura italiana.
"Ch’i fu per ritornar più volte volto.
(Dante, Inferno)
"Perché fuor negletti
li nostri voti, e vòti in alcun canto"
(Dante, Purgatorio)
"Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond’io nudriva il core
in sul mio primo giovenile errore
quand’era in parte altr’uom da quel ch’io sono
(Petrarca, Canzoniere)
"Quivi stando, il destrier ch’avea lasciato
tra le più dense frasche alla fresca ombra.
(Ariosto, Orlando furioso)
"Ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi"
(Montale, Meriggiare pallido e assorto)
"Talor, mentre cammino solo al sole"
(Sbarbaro, Talor, mentre cammino solo al sole)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Paronomasia: significato ed esempi della figura retorica
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