Per esempio, il Novecento di Walter Pedullà

Ingiustamente trascurato, il Novecento letterario in Italia sta avendo un momento di rinascita grazie a critici che ne mettono in evidenza le caratteristiche salienti. Walter Pedullà però va oltre: in "Per esempio, il Novecento" scrive su autori anche noti da un punto di vista originale, comico anche, così poco considerato dagli intellettuali eppure portatrice di verità, scomode.

La scuola non fa molto perché gli allievi amino il Novecento e dimostra anzi una curiosa schizofrenia: da un lato continua a propinare gli stessi autori (grandissimi per carità) come Svevo, Pirandello, Montale, Ungaretti, Vittorini e lo fa in modo sacrale come se gli scrittori fossero una razza a parte. Dall’altra parte però invita a leggere i romanzi cosiddetti generazionali in cui è protagonista un adolescente, solitamente maschio, che si sente morire in un mondo che non lo comprende, come se i ragazzi non fossero capaci di leggere per conto proprio quello che a loro interessa (grave atto di paternalismo) oppure si scivola nel rosa più ridicolo quando si tratti di femmine (perpetuando differenze di genere obsolete). È un modo per allontanare dalla lettura.

Pedullà ci dà un punto di vista interessante. Gli autori italiani novecenteschi hanno riso molto, si sono sganasciati dalle risate di fronte alla fine di un mondo che non sentivano loro. Svevo, ad esempio, ha scritto racconti in cui la sua seriosità tedesca si stempera in un sorriso, Landolfi ha fatto diventare italiano il territorio del fantastico, un tempo anglosassone. Ma il Novecento è stato dei Futuristi, un pugno di giovani scrittori che hanno ribaltato la letteratura.
Il Novecento nasce nel 1909 con "Il manifesto della letteratura futurista" che rivoluziona la grammatica, la sintassi, tutto quanto. E poi prenderanno altre strade, ma ormai la rivoluzione è fatta.
Da questo nasce il comico che parte sempre dalla consapevolezza di una realtà tragica e i "buffi", come Palazzeschi, sono personaggi che hanno patito a stare al mondo e sanno che come dirà mezzo secolo dopo una scrittrice, troppo sottovalutata, come Brunella Gasperini "non c’è maggiore ribellione dell’allegria". E da ciò nasce il cambiamento.

Pedullà inoltre delinea anche una storia della poesia andando oltre gli ermetici e dando spazio a personaggi come Zanzotto e Sanguineti.
Un modo originale di vedere il Novecento. Lettura consigliatissima.