Percezione dell’inverno
- Autore: Alfonso Cernelli
- Anno di pubblicazione: 2010
"Percezione dell’inverno" di Alfonso Cernelli, edito da Aletti nel 2010, è il vincitore del Premio Zingarelli 2010 (Sezione Narrativa Edita). Già dalle prime pagine si può notare la naturale capacità di saper “raccontare”, da parte dell’autore, la sua attitudine ed abilità nel saper giocare con le parole e nel saper evocare, attraverso la loro forza seduttiva, emozioni e sentimenti, gioie e dolori.
E’ un libro ben scritto che - pur non avendo una vera e propria trama narrativa, come peraltro lo stesso autore scrive nella nota introduttiva - si presta tuttavia ad una piacevole ed avvincente lettura, allo stesso tempo commovente e struggente, ironica e riflessiva. Più che la storia di una amicizia tra il tredicenne protagonista narrante ed il suo amico inseparabile Santiago, compagno di avventure e di scorribande adolescenziali, sognatore sbandato e sbruffone carismatico, maestro di vita e di giochi, per me il libro intende fare una riflessione sull’amicizia tra due adolescenti sulla soglia della vita, con i dubbi e le contraddizioni che tale sentimento genera; ma intende anche scrutare i paesaggi dell’animo umano in quella fase della vita in cui si comincia ad avere consapevolezza che qualcosa sta cambiando.
Quindi, un flash di immagini e di ricordi nostalgici, scanditi dal lento scorrere delle stagioni, un lento fluire di pensieri e di profumi, di episodi intrisi di vita che solo apparentemente possono sembrare insignificanti, ma che invece dispiegano la voglia di crescere e di maturare che anima i giovani protagonisti. Una carrellata di eventi senza tempo, raccontati con belle parole che si rincorrono e si ritrovano unite nelle emozioni, nelle speranze e nelle attese, sintetizzati in una frase finale del libro che dice
“...distratto da tutto quello che mi accadeva dentro, non sono riuscito a cogliere in pieno quello che era avvenuto intorno“
Ma anche una carrellata di aforismi sulla vita e sulla morte, sull’amore e sul dolore, sapientemente incastonati nel contesto narrativo, il cui apice è rappresentato da quella struggente immagine finale della nave che molla gli ormeggi e porta definitivamente lontano l’amico Santiago, metafora inequivocabile del passaggio dall’età adolescenziale all’età della maturità.
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E’ un bel libro, scritto molto bene. L’autore sa coniugare la leggerezza con la profondità, il sogno con la realtà.