Piaceri semplici
- Autore: Jane Bowles
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2022
Ha solo diciassette anni, Jane Bowles, quando a seguito di un colloquio avuto con Louis-Ferdinand Céline a bordo di un transatlantico decide di impugnare la penna per scrivere i suoi primi racconti. È il 1934, e la sua America inizia a venire fuori una storia dopo l’altra in maniera sghemba, surreale, ai limiti dell’assurdo: è un Paese diviso per idee, generazioni, culture. Spaccato, più che sfaccettato. Perché donne e uomini percorrono sentieri a tratti incompatibili, riuscendo a comunicare solo a sprazzi, per tentativi. Si sente in intrecci come quello di Una coppia che litiga, o di Lila e Frank. Si intuisce in Una giornata all’aria aperta, si smentisce quasi in Andrew, per poi riconfermarsi in Venerdì: tutti racconti confluiti di recente nella raccolta Piaceri semplici, assemblata da Racconti Edizioni (2022) con la traduzione (e una nota finale) di Paola Moretti.
Jane Bowles, d’altronde, conosciuta a lungo per essere stata la moglie di Paul Bowles in una relazione aperta e all’avanguardia per l’epoca, è una maestra della narrazione breve. Con una voce stentorea, pastosa, irriverente. Che non ci mette molto a rovesciare i luoghi comuni e ad approfondire aspetti microscopici della quotidianità pur di portarne a galla le stranezze, le tragedie, le trivialità. “Chiara, energica, insolita”, la definisce Moretti.
“Ci si sintonizza sul tono, e in un attimo si viene colpiti dalla forma, che con la sua sintassi scombinata risulta, di primo acchito, piuttosto astrusa. Poi si viene distratti dal contenuto: assurdo. Ma poco a poco tutto torna, ogni elemento riflettere le personalità delle protagoniste dei racconti, che sono esseri eccentrici e stralunati, con scarsissima presa sulla realtà”.
Una descrizione affilata e puntuale, che aiuta a collocare Bowles a un crocevia di tutto rispetto fra le atmosfere di Flannery O’Connor e le idiosincrasie dei personaggi di Carmen Maria Machado, a cavallo tra i singolari titoli di Raymond Carver e il J.D. Salinger di storie come Un giorno ideale per i pescibanana. Una scrittrice dalla penna solida e fortemente radicata nel contesto statunitense, quindi, che però si distingue dai suoi contemporanei e dai suoi successori per un’ironia più morbida, per un caleidoscopio di personaggi femminili introvabili altrove, per delle trame in apparenza frivole e trascurabili, e che invece a fine lettura restano impresse per lo sconvolgimento in cui trascinano, per le loro complicazioni senza via d’uscita, per le insoddisfazioni e le reazioni sempre imprevedibili delle loro protagoniste. Bowles le analizza infatti una per una, senza mai sottrarsi al disagio della complessità, per poi procedere dritta e spedita verso la conclusione dimenticandosi quasi di soffermarsi sul climax, trascurando i colpi di scena, guardando solo di sbieco le conseguenze che certe azioni finiscono per avere sui suoi personaggi.
È un’autrice mutevole, insomma, Bowles. Dai lampi di genialità inaspettati, che spesso servono a illuminare solo per un attimo angoli delle vicende destinati a rimanere in penombra, o sul fondo di una memoria personale mai indagata fino in fondo. Lo notiamo in particolare in Un bastoncino di zucchero verde o in Señorita Córdoba, mentre in racconti come È tutto bello, Viaggio in Massachusetts e Il tavolo di ferro ci troviamo per esempio davanti a donne che prendono posizioni scomode, e che le mantengono nonostante la società intorno a loro sembri indignarsi, accartocciarsi e quasi vergognarsi di sé stessa, nel sentirle parlare e pensare in un determinato modo. Peccato che le protagoniste di Bowles siano sempre troppo fuori dagli scemi per rientrarci con le buone maniere o per abbandonare docilmente il loro punto di vista, anzi: Piaceri semplici, se osservato in prospettiva, sembra quasi una rivendicazione di libertà, una dichiarazione di intenti, una provocazione culturale.
E a distanza di oltre mezzo secolo rispetto ad alcune delle sue storie della maturità continua a essere una raccolta convincente, toccante, magnetica. Una di quelle che si assaporano meglio a una seconda o a una terza lettura, perché non finiscono mai di dire quello per cui sono state scritte.
Piaceri semplici
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