Piccoli eroi
- Autore: Allan Gurganus
- Casa editrice: Playground
- Anno di pubblicazione: 2011
Tre voluttuosi racconti. Narrare queste storie senza cadere nel buio del disprezzo umano è impossibile e l’americano Allan Gurganus nella raccolta Piccoli eroi (Playground, 2011) affronta con coraggio la provocazione.
Altri hanno partecipato a questa sgradevole compagnia: ricordo Mysterious skin di Scott Heim (Playground, 2006) e il toccante film omonimo di Gregg Araki.
Gurganus si scaglia nella battaglia con tre piccoli eroi, tre minuscoli ragazzi gettati senza protezioni ad affrontare il mondo intorno a loro.
Ragazzi desiderosi di crescere precocemente, in maniera repentina, affrontando il male con spudoratezza e senza paura.
E’ credenza comune considerare la giovane età come modello di bontà e di santità.
I bambini incapaci di gesti spietati o gratuiti. E la sessualità? Dovrebbe essere inesistente secondo il sentire comune. Dovrebbero vivere in una costante pace dei sensi, dove l’amore dovrebbe essere visione, mai sporcata da considerazioni fisiche.
Sigmund Freud ha spezzato la ridicola falsità gettandoci in faccia la sessualità anche degli infanti.
Il giovane del racconto Uno di quelli, figlio di una famiglia borghese e benpensante, si lancia nelle braccia dell’uomo amato in silenzio, adescando con presa salda la sua nascosta virilità.
Oggetto della presunta violenza è l’uomo adulto, innocente e inconsapevole, mentre l’orco è il bambino.
Gurganus ribalta la favola, capovolge i luoghi comuni.
«Ancora oggi, quando sento l’espressione “molestatore di bambini” non penso “Adulto che molesta bambini”, ma immagino qualche ragazzino che stuzzica adulti innocenti e senza malizia, adulti che lì restano impietriti, strumenti passivi nelle mani dei piccoli.» (Pag. 133)
L’uomo sarà successivamente cacciato perché vittima di emarginazione. Il bambino lo cercherà invano per dimostrargli il suo affetto; un amore reale e forte, non passibile di compromessi.
In Beata rassicurazione un ragazzo di famiglia povera accetta il lavoro di una assicurazione porta a porta, costringendolo ad imprigionare la sua umanità.
Deve raccogliere le rate di assicurazione sulla morte di miseri vecchi neri, abitanti in uno squallido quartiere, persone senza speranza. Quei soldi gli servono per pagare per il funerale : “…il funerale stesso era una specie di paradiso.” Entrare settimanalmente nelle loro esistenze sarà un blocco al cuore per il giovane assicuratore.
Consapevole della truffa camuffata come polizza, sfiorerà il corto circuito mentale.
Capace di una scrittura moderna ed intensa, tutti i personaggi sono delineati con maturità su sfondi sociali diversi: la periferia di misere persone nere, che si permettono addirittura l’ambizione di un funerale decente o una famiglia borghese, membri di club e di vita sociale conservatrice.
Si esce dalla lettura con una forte emozione, merito di uno scrittore potente, capace di sconvolgere i ritmi della sopravvivenza. Ha coraggio nell’affrontare argomenti violenti, riuscendo a mantenerli fluidi e leggeri con il suo linguaggio.
Piccoli eroi
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