Non abbiate paura di Allan Gurganus

Uno scrittore accompagna l’amica Jemma al musical scolastico dove recita il figlioccio. Si ritrova seduto nell’auditorium circondato da genitori e parenti scialbi, bagnati di pioggia, privi di fascino. Quello stesso scrittore, Allan Gurganus, ha appena finito di scrivere un romanzo che ha richiesto sette anni di lavoro ed è alla famelica ricerca di un nuovo progetto. D’un tratto fa il suo ingresso una coppia diversa da tutte le altre presenti in quel momento, sono diversi perché biondi, atletici e giovani e bellissimi. Scoppiettanti come popcorn nel microonde e pieni di attenzioni l’uno per l’altra. Si siedono proprio accanto allo scrittore e Jemma, non vista dai due, scrive un messaggio all’amico:

ATTENTO A QUEI DUE. FATTI UN’IDEA. LA STORIA DOPO. È BUONA.

È da questo episodio che prende il via l’ultimo romanzo di Gurganus, “Non abbiate paura” (Playground, 2014). Da questo filo si dipana la matassa delle vicende raccontate, una catena di eventi paradossali e sofferti che vedono protagonisti un lago, una decapitazione e persone con i capelli biondi. Una trama fitta in cui tutto trova una sua collocazione, uno stile narrativo avvincente e perfetto nel descrivere le fragilità e gli errori umani, nonché la gioia di porvi rimedio, come nelle migliori tragedie greche.

“Le stesse storie travolgenti delle tragedie greche si consumano in qualche traversa delle nostre cittadine dove si pagano le tasse.”