Poscienza
- Autore: Roberto Maggiani
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2024
Roberto Maggiani ha creato la figura del poscienziato, che per ora sembra un personaggio alla Aldo Palazzeschi, non fosse altro che il binomio poesia e scienza diventa un modo nuovo per citare il meraviglioso Proust e alcuni suoi personaggi inseriti ne La strada di Swann. Ricordi di un tempo sospeso, dovuto alla consapevolezza che per chi scrive rileggere l’intera opera letteraria di Proust non sarà ormai più possibile. Ma questi tentativi possono poi diventare più seri o potrebbero rimanere in questa aria di progresso collegata più al romanzo incompiuto Bouvard e Pécuchet di Flaubert che alla vera scienza.
Il libro di Roberto Maggiani di cui trattiamo si intitola appunto Poscienza (Il ramo e la foglia edizioni, 2024).
Per quanto mi riguarda, le poesie più belle sono quelle che parlano di disamore o di amore a tempo, ma il poeta sembra costretto a scriverle perché sa che non c’è ancora una formula scientifica che possa appassionare il lettore, che già oggi legge poco, ma di poesia contemporanea fa quasi un “puntiglio” nella volontà di restare fermo alla lettura di Ungaretti.
Facciamo un esempio dello stile di Maggiani con la poesia che ha come titolo La spirale:
Se chiami ti rispondo / non appena sentirò / sentirò / la tua voce tra i neuroni / non so quanto sia reale / quell’ impulso elettrico / che si dipana dentro. / Alla stesso modo guardo il cosmo / che ci attraversa senza senso / non riesco a concepire / come tutto questo avvenga e dove / ci deve pur essere un principio / sotteso-al-mondo / una spirale riporta sempre il pensiero al centro (nel momento esatto in cu(i_i)l cielo minaccia pioggia)
Maggiani in questi versi più che alla scienza pensa a Leopardi e a molti altri poeti che con lui hanno esperito l’insensatezza del nostro mondo. Di fronte a tanta audacia, aver inserito tre tipi diversi di parentesi sembra un modo per fare impazzire poi chi le deve trascrivere.
È dunque il Poscienziato colui che trova insensato il mondo anche nell’era della scienza?
Ma già lo sapevamo, sarebbe più utile trovare una intrinseca bellezza sul motivo per cui siamo nel mondo. Nemmeno la scienza lo sa, ancora.
È strano come questi segni distintivi del binomio poesia e scienza sembrino simili a certi esercizi molto difficili presenti sulla Settimana enigmistica, quella autentica.
Come nella poesia Prequel: La lavatrice infernale che potrebbe tranquillamente essere il titolo di un libro di Stephen King:
La centrifuga (a_a)ccelera / ed emette suoni a bassa frequenza / talvolta slitta la cinghia i panni_tormentati_ sbattono_sordi / nel mulinare che l(i_i mbriglia ) / ogni linea di fuga è spezzata dal vorticare / :voci chiedono la fine del tormento... / ma / DI PIANTACCE E DI LAVATRICI GRAVITAZIONALI / poesie disattente e aggiustamenti del reale / parlerò un’altra volta.
Sono poesie ludiche con picchi di divertimento e picchi di disperazione, ma prevalgono di numero quelle divertenti.
Come scrive il poeta Roberto Maggiani nell’introduzione:
Questa raccolta nasce proprio dal desiderio di mettere insieme le istanze del pensiero del sentire poetico e del sentire scientifico.
E poi prosegue con i segni che costituiscono il protocollo della lingua, in questo caso italiano, ma di segni è fatta anche, del resto, la lingua matematica.
Nel frattempo tre devoti delle poesie di Alda Merini si sono adattati a vivere nei boschi, dove la Poscienza non arriva. Mi ripeto, in questo libro ci sono poesie molto belle, in parte scombinate da segni che chi scrive non ha nemmeno sulla tastiera del computer. Continua a sfuggirmi il nesso tra scienza e poesia.
Ma indubbiamente questa raccolta rappresenta un tentativo per invogliare il lettore di poesie o la lettrice, meglio, di lasciar perdere i sonetti d’amore.
Poscienza
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