“Povere creature!” di Yorgos Lanthimos, vincitore del Leone d’oro al Festival di Venezia 80, è il film del momento. Un’esplosione di energia e significato, un turbine caleidoscopico di immagini e colori che ci ricorda quello che il cinema dovrebbe essere: una lanterna magica in grado di illuminare il buio proiettando sagome su una parete bianca creando così una nuova metamorfosi che ci permette di interpretare il mondo in cui viviamo. Gran parte del merito è senza dubbio dovuto alla sua vulcanica protagonista, Bella Baxter, interpretata da una Emma Stone all’ennesima potenza, così vitale ed esplosiva che ubriaca: capelli lunghissimi, maniche a sbuffo, un passo di danza conturbante e irresistibile.
Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore scozzese Alasdair Gray, edito in Italia da Safarà editore, Povere creature di Lanthimos è ricco di rimandi metaletterari. Il film è un meraviglioso inno alla libertà, non a caso una delle citazioni più rivoluzionarie e incisive è:
“Le convenienze sociali vi distruggeranno”
Un’affermazione che non può assolutamente prescindere dalla letteratura: se è vero che i libri ci insegnano a non essere schiavi, a pensare in primo luogo con la nostra testa, ecco che Bella lo dimostra ricalcando le orme di un’altra grande eroina letteraria, Modesta, la grande protagonista de L’arte della gioia, la cui storia a ben vedere si intreccia al percorso evolutivo della nostra eroina. Anche il romanzo capolavoro di Goliarda Sapienza si serviva dell’elemento erotico come mezzo di conoscenza universale - dal tabù dell’autoerotismo femminile al rapporto omosessuale, a quello eterosessuale - sino ad approdare alla filosofia e alla trascendenza.
Molti ora si stanno concentrando sulle scene più hard del film, che hanno fatto scandalo inducendo a pensare che l’opera di Lanthimos sia una riflessione sul desiderio, trascurando invece che la vera emancipazione di Bella non avviene attraverso il sesso ma grazie ai libri: fateci caso, la lettura coincide sempre con una presa di consapevolezza importante, con un momento evolutivo e dunque con un punto di svolta, cinematograficamente parlando con un “turning point”.
Un po’ Modesta, la protagonista de L’arte della gioia, un po’ Walt Whitman, un po’ maga Circe, ma in realtà Bella è uguale solo a sé stessa ed è proprio questo suo essere “uno e molteplice”, come tutte le creature letterarie, ciò che ce la fa amare.
Scopriamo tutti i libri di Bella Baxter.
I libri di Bella Baxter in “Povere creature”
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Di Bella Baxter è stato detto di tutto, fuorché la cosa forse più importante: Bella Baxter legge. Il personaggio è stato paragonato a Alice Nel Paese delle Meraviglie - ma a ben vedere il tema favoloso è dato molto più dalla scenografia onirica di Lanthimos che dalla storia, che di per sé ha ben poco di “fantastico” e molto di “orrorifico” - e anche a un “Frankenstein al femminile” - errore: perché Frankenstein non è il nome del mostro, ma del suo creatore, e inoltre Povere creature! non ha nulla a che vedere con la tragedia di Mary Shelley, è invece una contemporanea “arte della gioia” in grado di affrontare persino un tema inenarrabile come il dolore in una prospettiva evolutiva.
La critica si sta concentrando molto sulla libertà sessuale di Bella, sulla sua “scoperta” del piacere, intravedendo in questo aspetto la vera rivoluzione femminista del film promossa sottotraccia da Yorgos Lanthimos: la protagonista si prende il piacere al pari di un uomo e ridicolizza gli uomini a proprio piacimento. Vero, tutto passa attraverso il corpo, la carne, il mistero del sesso, almeno finché Bella non scopre la filosofia e legge Ralph Waldo Emerson, il padre del movimento trascendentalista americano. Ed è qui, in realtà, che le cose cambiano o, come si dice in gergo cinematografico, avviene un turning point.
Bella Baxter e la lezione di Emerson
Nel momento in cui Bella legge impara a pensare e si accorge che non può mettere alcuna “serratura alla libertà della sua mente”: ecco che la lettura incentiva la sua maturazione personale, la sua capacità di interpretare il mondo.
“Sono una festa di cambiamenti”
afferma la protagonista, interpretata da Emma Stone, dopo aver letto Emerson. Ecco il primo punto di svolta: in questo momento Bella cresce, sembra superare la “stupidera” irrefrenabile della prima adolescenza, e capire che ciò che le sta più a cuore è la propria maturazione personale. Una volta preso il “vizio” della lettura non smette più e continua a leggere, a scoprire, a interrogare le pagine. Si paragona a Robinson Crusoe, il protagonista del celebre romanzo di Daniel Defoe, definendosi “un’avventuriera”: ma questa espressione dobbiamo intenderla, naturalmente, nel suo aspetto metaforico, poiché è un’avventura della mente quella che Bella, esploratrice-filosofa, sta cercando. Man mano che legge Bella si allontana dal suo caliente amante, il viscido avvocato interpretato da Mark Ruffalo; ecco dunque come avviene la vera ridicolizzazione del maschio, non tramite la sfrenatezza sessuale, ma attraverso la lettura. Leggendo Emerson, Goethe e altro, la protagonista scopre che esiste un intero universo, prende coscienza di un mondo che il suo limitato amante, nella sua ignoranza, non riesce nemmeno a contemplare. Tramite la lettura lei si evolve, mentre il baronetto resta fermo, ancora invischiato nella materia primordiale del suo desiderio basato sull’istinto e la soddisfazione immediata: il sesso e il gioco d’azzardo.
Più avanti leggere un opuscolo sul socialismo di Marx spinge Bella a chiedersi in che modo può migliorare il mondo attorno a lei che improvvisamente percepisce come così ingiusto. Scopre la miseria, la povertà, le vede con i propri occhi e compie il balzo verso il trascendentalismo: si allontana dai beni materiali - dunque il denaro, la vera miseria - per accedere a quelli spirituali - la compassione, l’empatia, il perdono. Impara l’alfabeto complesso e rivoluzionario della libertà: “Non mi potete tenere prigioniera”, dirà nel finale all’uomo violento e padrone che in nome di un presunto “amore” la vorrebbe unicamente per sé.
La presa di coscienza di Bella Baxter, del suo essere un individuo unico e dotato di una propria precisa volontà è puramente emersoniana. Fu proprio Emerson con la pubblicazione di Nature (1836), del resto, a professare l’assoluta sovranità dell’individuo, dando vita alla filosofia tuttora alla base del pensiero americano, del cosiddetto self-made-man. Emerson loda la virtù dell’iniziativa individuale che infine troverà l’apoteosi lirica nella Song of Myself (1881) di Walt Whitman , in particolare nel suo Canto di me stesso:
Canto me stesso e celebro me stesso.
Proprio quello che fa la stessa Bella Baxter nella sua danza sfrenata e originale, mentre avanza nella vita seguendo l’imperativo categorico della propria mente e dei propri desideri. Ralph Waldo Emerson nei suoi scritti predicava il perfezionamento e il miglioramento morale dell’individuo: ed è la stessa lezione di Povere creature!, l’evoluzione positiva seguita dalla protagonista, prima bambina incorreggibile e disinibita e poi donna matura e consapevole.
Nel finale troviamo Bella di nuovo con un libro in mano: stavolta si tratta di un manuale di anatomia di Henry Gray, perché vuole diventare medico, seguendo le orme di Godwin, il padre-creatore. “Stai tranquilla, sai già tutto”, la conforta benevolo il compagno Max; ma lei continua a leggere instancabile e brinda alla vita, ormai ha scoperto il segreto: non smettere mai di imparare e leggere, perché ogni pagina dischiude un nuovo spiraglio di orizzonte, permettendo di avanzare lungo la strada imprevedibile della vita.
Questa la vera morale di Bella Baxter, non poi così diversa dal film campione di incassi di Paola Cortellesi C’è ancora domani: “Studia”, scrive la madre nella busta destinata alla figlia Marcella, è quella la sua “promessa” di futuro.
Ed è esattamente in questa forma crescita personale, data dallo studio e dalla lettura, che è racchiuso il nuovo e rivoluzionario modello di femminismo, il vero scacco al patriarcato che tutti colgono come chiave di lettura del film; in realtà l’emancipazione è data dai libri.
Bella Baxter e Circe, tra mitologia e progresso
Tra i riferimenti letterari di Yorgos Lanthimos molti hanno colto Frankenstein - riflesso nel personaggio di Godwin, interpretato magnificamente da Willem Dafoe - e l’avanguardia futuristica di H.G. Wells , ma hanno trascurato la tradizione classica che trova origine in Omero. Nel finale vediamo Bella Baxter immersa nell’atmosfera bucolica di una sorta di giardino stregato, un bizzarro Eden al rovescio popolato da strani animali ibridi frutto dei suoi esperimenti - oppure dovremmo dire, dei suoi “sortilegi”? Bella Baxter è come una novella maga Circe, personaggio di recente tornato in voga grazie alla promettente rilettura contemporanea di Madeline Miller.
Il rovesciamento del patriarcato viene compiuto da Bella trasformando gli uomini in animali, proprio come la maga Circe: in questo caso non si tratta di porci, ma il cattivo della storia diventa un improbabile “uomo-capra”. Come si dice? Fa ridere, ma fa anche riflettere; non si tratta di una geniale trovata letteraria o cinematografica, ma di un chiaro riferimento mitologico. Proprio come Circe, sovrana incontrastata della sua Isola di Eea, anche Bella diventa la regina del suo mondo stregato, in bilico tra scienza e magia.
Da notare il rovesciamento di potere: accetta di sposare Max, ma è lei a fare la proposta di matrimonio e lui a rispondere, col batticuore, un balbettante “sì”. Infine, vediamo al suo fianco sia il buon Max - in una sorta di ruolo ancillare di paggetto - che la compagna-amante Swiney. Si potrebbe intessere anche un discorso femminista sul tema della maternità e del materno, dato che la storia si apre con una donna che si getta dal London Bridge per scampare a una maternità indesiderata (estremo simbolo di potere e possesso di un marito violento) e, di fatto, Bella è il frutto di un aborto, diventa madre e figlia insieme, creatura mostruosa e al contempo salvifica. Sono numerose le chiavi di lettura di Povere creature!, tutte meriterebbero di essere approfondite perché è una storia che parla al nostro tempo, in tutte le sue sfumature; ma noi ci limitiamo ai libri.
Quanto contano i libri nel determinare l’identità? Tanto. Ce lo insegna Bella Baxter immersa in una scenografia metafisica ad alta saturazione che richiama un quadro di De Chirico.
Povere creature di Lanthimos: il trailer
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Povere creature” di Lanthimos: tutti i libri di Bella Baxter
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