Preda di Marilù Di Martino

Pugliese, nata nel 1990 a Putignano (Bari), Marilù Di Martino ha studiato Lettere Classiche all’università e già prima della laurea è entrata nel mondo dell’editoria lavorando come editor e correttrice di bozze per un’agenzia letteraria. Ha frequentato dei corsi organizzati da case editrici e dalla Scuola Holden (a cui è stata ammessa come studentessa, rinunciando perché ha scelto di mettere al primo posto la famiglia).
Dopo la laurea ha fondato Scribit insieme a suo marito (ingegnere informatico), una società che, tra le altre cose, si occupa anche di editoria. Timida e riservata, ha scritto libri per altri come ghostwriter o usando uno pseudonimo.
Preda è il primo libro che ha scritto e pubblicato con il suo nome in copertina.

La donna ha un ruolo centrale nel romanzo di Marilù Di Martino. Le protagoniste sono tutte donne, forti e volitive malgrado vivano in una società che le sottomette riconoscendo loro il compito principale di fattrici. Divisi in Dovizi e Popolani, gli abitanti della cittadina immaginaria di Pangea devono centellinare le scarse risorse disponibili. Gli animali sono quasi tutti estinti e i rifiuti sono difficili da smaltire.
I ricchi Dovizi acquistano i bambini dei Popolani dando dei bonus alle mamme che preferiscono allevare delle figlie affinché generino finché possibile. Ma non tutte le giovani abitanti di Pangea accettano questo destino.

Scorrevole nella lettura e avvincente, Preda ha illustri precedenti: Il racconto dell’ancella e Hunger Games ma anche Il mondo nuovo di Huxley sono i romanzi che anticipano il mondo futuro narrato dalla scrittrice.
La letteratura distopica ultimamente, complice la pericolosa commistione tra attualità e pensiero complottista, sta vivendo un momento d’oro e l’autrice di Preda con la sua opera prima si candida a diventare una valida esponente.

Preda, per la sua attenzione verso le donne, non è solo un romanzo distopico ma vuole soffermarsi sul ruolo della donna nella società che troppo spesso rischia di ridurla a mero oggetto, pur attribuendole un valore fittizio.