Prima dell’oblio
- Autore: Lisa Blumen
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Add editore
- Anno di pubblicazione: 2024
Ventiquattro ore alla fine del mondo: la luna è uscita dal suo asse e si schianterà sulla Terra. Come impiegare gli spiccioli di tempo che rimangono all’umanità? Fossimo nel climax di un disaster movie americano sarebbe l’ennesima occasione per sciorinare retorica e gesta epiche di supereroi impegnati in una corsa fino all’ultima panzana.
Ma - per insistere coi parallelismi cinematografici - lo struggente Prima dell’oblio della fumettista francese Lisa Blumen (add editore, traduzione di Sara Prencipe) si attesta piuttosto in zona Melancholia (Lars Von Triers) e 4.44. Ultimo giorno sulla Terra (Abel Ferrara).
E questo per intenderci a monte sullo spessore ontologico del graphic novel.
In altre parole: il conto alla rovescia per la fine del mondo serve alla Blumen come “pre-testo” per un discorso su bilanci e azioni minime e massime nell’imminenza della fine annunciata. C’è chi copula come se non ci fosse domani (infatti). C’è chi prega. C’è chi, per consumata abitudine, prova a vendere l’ultimo barattolo di fagioli rimasto in drogheria. C’è ancora chi rimembra e chi contempla (opere d’arte, o persino una luna sempre più gigantesca all’orizzonte), chi impazzisce e chi rinsavisce, e magari si dà da fare per trovare il vero amore. E/o confessare i non-detti, perseguire in extremis i non-agiti di una vita. C’è anche chi non fa niente, e stanco di aspettare Godot trova sé stesso. Al cospetto della fine imminente, la pletora di personaggi-silhouette della Blumen diventa cartina tornasole della tensione apollinea/dionisiaca che (s)regola gli agiti umani. Ma in fin dei conti l’umanesimo è il tratto distintivo delle storie, una pietas non lamentosa che evita di scivolare nello sdolcinato.
L’impatto distruttivo con la luna poteva costituire insomma, occasione ghiotta per un fumetto “fanta-horror” oppure lacrimevole e senza speranza, invece è sommessa propedeutica, rivelazione di come non sia mai troppo tardi per riconciliarsi con la parte migliore e autentica di sé stessi.
Indicativo, in tal senso, il monologo che occupa le vignette che vedono protagonista un personaggino solo (o solitario?) che rompe con le proprie abitudini, speculando sul proprio e sull’altrui stare al mondo:
Oggi devo proprio partire. Tutto ciò che conosco sta per essere disintegrato dalla Luna. Nei film ogni volta che un personaggio se ne va, che parta per un’avventura o per un viaggio senza ritorno, porta sempre con sé un ricordo, che stringe di fronte alla morte. Gli oggetti sono curiosi. Catturano alcuni momenti. E poi, dopo…ritrasmettono i ricordi. Sono la prova che tutto è esistito.
Che non è stato un film.
Seguono illustrazioni-emblema di una città desertificata dove l’impassibilità delle cose lasciate dietro – un paio di occhiali, un letto disfatto, una sedia, un bicchiere mezzo vuoto, le foto incorniciate e appese alle pareti, le librerie svuotate dai libri…- da un’umanità già estinta, oppure già altrove, rivela anche l’inessenzialità della cosificazione consumistica, cifra esistenziale del nostro tempo solipisticizzato.
E d’altro canto, diverse pagine prima, la curatrice di un museo, vaga tra le sale abbandonate dell’edificio rimembrando:
Millenni di opere di arte plastica, ricerche filosofiche, innovazioni poetiche…Miliardi di tentati per trovare un senso all’esistenza. E tutto per finire distrutti miseramente, in pochi minuti.
Un graphic novel d’autore dal tratto raffinato. E anche gentile. Dolente, riflessivo.
Prima dell'oblio
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Prima dell’oblio
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