Professione esorcista
- Autore: Padre Cesare Truqui
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2018
Il diavolo esiste. Padre Cesare Truqui è sicuro, ne ha avuto una prova diretta nel corso del suo apostolato di sacerdote cattolico. È uno dei più prestigiosi esorcisti al mondo e con la giornalista Chiara Santomiero è autore di un libro “Professione esorcista”, pubblicato a febbraio 2018 dalle edizioni Piemme, 178 pagine 17.50 euro.
Cinquantenne, Cesare Truqui è messicano, prete per vocazione. Dice che a 25 anni si è sentito chiamare, come San Paolo. Aveva tutto e ha lasciato tutto: un buon lavoro in una rete televisiva, un’automobile sportiva, una fidanzata che amava. Il padre non ha capito la sua scelta.
Sacerdote da 12 anni, vive a Samedan, in Svizzera, nei pressi della località sciistica di Saint Moritz. Da cinque è esorcista della diocesi di Coira e deve questo impegno ai primi anni di sacerdozio a Roma. Nel 2004 aveva deciso di frequentare un corso di esorcismo per conto dei Legionari di Cristo, la congregazione religiosa in cui militava. Aveva così conosciuto Padre Gabriele Amorth, principe degli esorcisti, morto a 91 anni dopo decenni di duelli con il demonio, a “cazzotti” di preghiere.
Ricorda il religioso paolino come persona amabilissima e molto disponibile, tanto che faceva partecipare chiunque alle sedute di esorcismo, perché potessero aiutarlo pregando con convinzione e ricevessero una testimonianza dell’esistenza di Satana e delle sue azioni. La fede cattolica insegna che esiste e che si adopera per interferire nelle vite umane, sebbene per molti in Occidente resti solo roba da film.
I segni della sua presenza in un uomo o donna posseduti? Per prima cosa l’avversione che questi soggetti dimostrano verso la religione, gli oggetti sacri, L’acqua benedetta li ustiona come ferro rovente, da qui la prova del nove, aspergere l’indemoniato con acqua normale, che non provoca alcuna reazione. Altri indizi chiari: esprimersi in lingue morte o sconosciute, rivelare di conoscere fatti o eventi nascosti e mostrare una forza esagerata, in contrasto con l’età e la condizione fisica.
In sintesi, da quando esercita a Samedan e pur ricevendo in media una nuova richiesta di aiuto a settimana, Padre Truqui non ha ancora incontrato una vera possessione, solo problemi di altra natura, comunque bisognosi di assistenza spirituale.
Il diavolo quindi non è dappertutto, ma quando c’è, la durata degli esorcismi per arrivare alla definitiva liberazione del posseduto/a è imprevedibile, può richiedere anche anni di incontri e di sfide a colpi di preghiere.
Quello dell’esorcista è un ministero di misericordia rivolto alle persone che soffrono.
Un ministero, ma allo stesso tempo un mistero, perfino per gli esorcisti più famosi. Per loro è Satana stesso il mistero. Non l’avvertono dovunque, come tendono a fare invece i più giovani e fanatizzati. Sicchè quelli bravi non sono ossessionati dal demonio e si tratta di esorcisti di “grande calibro” per Truqui: Francesco Bamonte, Francois Dermine e lo era anche Padre Amorth. Il più grande.
L’Angelo caduto esiste quindi è la Chiesa lo combatte da sempre.
Per contenere le sue tentazioni ordinarie, le armi sono la vigilanza e la preghiera. Più raramente mette in atto misure straordinarie che colpiscono i viventi o le cose, con forme di varia intensità: vessazione, infestazione, ossessione, fino alla più grave, la possessione. Ama occultarsi nel mondo, tra la gente, nelle persone e non gli piace farsi smascherare.
Il primo caso per Padre Cesare arrivava dalla Germania, disperato, perché nessuno riusciva ad aiutarlo. Aveva trovato l’indirizzo di Truqui su Internet. Uno dei più recenti è Laura, tormentata da vent’anni di punture di spillo che la trafiggono senza cessare, migrando lungo il corpo, fenomeni inspiegabili per i medici, che si sono arresi, impotenti. Giorgio a Roma credeva d’essere posseduto, però aveva solo problemi mentali, anche se può accadere il contrario.
Visitando un Santuario, Patrizia cominciò a parlare con la voce di un uomo e dimostrò avversione nei confronti di un’immagine di papa Giovanni Paolo II, un guerriero contro il demonio.
Col maligno, Padre Pio ingaggiava furiosi scontri ogni notte. Il Santo di Pietrelcina veniva regolarmente bastonato dall’eterno avversario, che chiamava con i nomi più svariati: Barbablù, nemico, infelice, brutto animalaccio, triste cosaccio, insidiatore, principe delle tenebre.
La lotta col demonio è dura e si può anche perdere, ammoniva Padre Amorth. Allora perché Dio consente l’esistenza del male? Truqui riconosce di prendersela a volte col Padreterno, poi ricorda le parole del suo Maestro: non cercare di dare troppe spiegazioni, le possessioni ci sono e basta. È il mistero della cecità del male. Contro, occorre pregare, pregare, pregare.
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