Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta. Storie di provincia e di altri mali
- Autore: Francesco Dezio
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Forse è vero quel che ha scritto Giulio Ferroni nel suo recente Scritture a perdere: la letteratura negli anni zero (Laterza 2010, cit. pagg. 67-68): mentre il romanzo oggi è spesso letteratura d’intrattenimento, priva di sperimentazione,“a me sembra che la forma ‘breve’ del racconto, guardata spesso con sospetto dagli editori, sia oggi la più adatta a toccare la frammentarietà e la pluralità dell’esperienza, a scavarne il senso con tensione linguistica”.
In Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta (Stilo, 2014, pagg. 125, euro 12), lo scrittore altamurano Francesco Dezio raccoglie otto storie di emarginazione, sfruttamento e meschinità, ambientate nella provincia pugliese. In una manciata di pagine sono narrati frammenti del quotidiano, situazioni, paesaggi come il romanzo non potrebbe, se non a rischio di risultare prolisso o monco.
Storie cupe di tossicodipendenti degli anni Ottanta (Storia di un punk di provincia), che rappresentano in modo iconoclasta la ridente città natale dell’autore, città del pane, del fungo cardoncello e delle sagre; tragicomici tentativi di deprovincializzare la vita culturale del paese con concerti e iniziative di giovani che partono in tanti e si ritrovano in due, perché gli altri hanno pensato o a metter su famiglia o a fare politica in un partito (In questo paese non succede mai niente; Il concerto di Melpignano); una storia più recente di emigrazione e contro-emigrazione, quella di Carla, che per campare fa la cantante su una nave da crociera (Bari, Londra, MSC); come intermezzo di questa parabola, che inesorabilmente discende verso il nostro presente, c’è la Storia di Mino, un susseguirsi di dispetti e minacce sul posto di lavoro in cui per una volta è il dipendente a vincere la partita (Almeno il sabato); poi una cronaca di delocalizzazione (Alla conquista dell’Est); infine la raccolta si chiude con due storie di quotidiano consumismo (L’outlet di Molfetta, Appuntamento al Pianeta). Storie scritte con una prosa multiforme e originalissima, grazie al monologo, che riproduce dall’interno la mentalità e il modo di esprimersi di apolidi e disadattati.
Scenario musicale dei racconti è la musica punk, post-punk, rock, post-rock, new wave: già il titolo deforma una canzone degli Afterhours. E poi Underage, Wretched, Kandeggina Gang, Ramones, Boohoos, Kranio… sono circa 70 i gruppi musicali citati nel testo. Ma parlare di citazioni è riduttivo: la musica è, sorprendentemente, il vero principio generatore di ogni racconto, per un libro affiorato da un lungo silenzio creativo, o forse dall’ascolto di quella musica che ha saputo esprimere lacerazioni, proteste e disagi che dagli anni Ottanta arrivano a noi sopravvissuti.
Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta. Storie di provincia e di altri mali
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