Quale Europa
- Autore: Elena Granaglia, Gloria Riva
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2024
In vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, tra le tante pubblicazioni edite o di prossima uscita, un posto non trascurabile occupa il volumetto del Forum Disuguaglianze Diversità (in sigla FDD) Quale Europa (Donzelli, 2024).
Lo scopo è dichiarato dalle due curatrici Elena Granaglia e Gloria Riva alla pagina IX dell’introduzione:
“ … le imminenti elezioni europee non sono l’occasione per premiare questo o quel politico e tanto meno sono il termometro della visibilità del governo. La posta in gioco è più alta. L’Unione europea è indispensabile nella strada verso la giustizia sociale e ambientale, e nel necessario percorso di pace e sviluppo armonioso oggi ad altissimo rischio”.
Gloria Riva chiarisce bene la cornice che fa da sfondo alla prossima tornata elettorale.
Per comprendere le difficoltà di funzionamento delle istituzioni europee è necessario tenere conto dell’elemento che sta influenzando questo periodo pre-elettorale: cioè la discussione sull’allargamento dell’Unione europea. L’ingresso di molte nazioni cambierebbe gli equilibri interni dell’Unione.
L’importante contributo di Francesco Saraceno “Rimettere l’Europa al passo dei tempi” si può sintetizzare così: le istituzioni macroeconomiche europee sono figlie di un’altra epoca; le policrisi hanno spinto a ripensare la macroeconomia; l’Europa partita in ritardo… è già di nuovo ferma ai box; come tornare in pista?
Il contributo di Veri Ceriani verte sul rafforzamento delle risorse proprie dell’UE.
La distinzione tra risorse “autentiche” e contributi nazionali tocca questioni di fondo, che riguardano la visione della natura stessa dell’Unione: basare il finanziamento comunitario su contributi nazionali è più coerente con un modello intergovernativo, mentre utilizzare risorse proprie “autentiche” è più coerente con un’evoluzione in senso federale.
Di coesione si occupano Fabrizio Barca e Sabina De Luca. La coesione, cioè l’adattamento reciproco e la compattezza fra cittadini e cittadine dell’Unione europea, è uno dei principi fondanti.
Di qui la forte responsabilità del prossimo Parlamento europeo: dando a anima al metodo delle politiche sensibili alle persone nei luoghi. Molto può fare perché ciò accada.
Una delle due curatrici Elena Granaglia si occupa di Welfare. Nell’ultimo decennio è andata sviluppandosi la proposta di sostanziare la dimensione sociale dell’Unione dando vita a una vera e propria “Unione sociale”. L’orizzonte dovrebbe allora divenire quello di Unione sociale e ambientale.
Anche l’abolizione dell’unanimità favorirebbe la realizzazione del pilastro sociale.
“Uno stop and go continuo, capace di disegnare scenari e indicare traguardi che ci pongono all’avanguardia nel mondo, per poi, ai primi passi concreti, fermare, contraddirsi e bloccarsi, irretita dai veti incrociati”.
Così si esprimono Vittorio Cogliati Dezza e Rossella Maroni all’inizio del paragrafo Europa al bivio del capitolo “Crisi climatica”.
Il problema nasce con la messa a terra. Finora hanno prevalso l’egoismo nazionale e gli interessi dei settori tradizionali ai danni dei settori più innovativi. La crisi climatica è fortemente connessa con tutti gli aspetti della nostra vita: è una crisi sistemica. A tal fine la transizione ecologica deve essere giusta e veloce.
Transizione giusta e veloce vuol dire anche un nuovo ruolo internazionale dell’Europa.
Il capitolo sulla “Tecnologia digitale” è affidato al professor Giorgio Resta, che si occupa di governo delle nuove tecnologie, istituzioni giuridiche comparate ed approcci interdisciplinari al diritto.
C’è anche un capitolo dedicato a “Equità di genere. Per un’Europa femminista” di cui scrivono Carola Carazzone e Lella Palladino.
Il loro è un femminismo intersezionale:
“…il femminismo che vogliamo è una visione del mondo impregnata di uguaglianza e diversità, di cui l’equità di genere è principio costituente, non certo una battaglia separatista e formale che diverrebbe di retroguardia per difendere un gruppo di privilegiate creando ulteriori fossati rispetto agli altri gruppi discriminati e sfruttati”.
Il nuovo Patto migrazioni, esaminato da Marco De Ponte, rappresenta una parziale riforma dell’accordo di Dublino e consta di cinque pilastri. La prossima legislatura dovrà esercitare un ruolo di cane da guardia sull’esecuzione del Patto.
L’ultimo capitolo “Europa-mondo” è opera di Ugo Pagano. Il suo giudizio sull’operato della presidente Ursula Von Der Leyen è piuttosto severo.
Nel sostenere un attivo ruolo internazionale dell’Europa conclude così:
La sua stessa esistenza contiene una missione che va oltre la UE: quella di mostrare ad altri che un superamento di tremendi conflitti anche secolari è pur sempre possibile, e spesso con la creazione di strutture sovranazionali come la UE.
Quale Europa
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