Quando Nina Simone ha smesso di cantare
- Autore: Darina Al-Joundi con Mohamed Kacimi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2009
Arnoun, Libano. Darina sta vegliando la salma di suo padre, quando, dalla stanza attigua, sente il suono di un registratore che diffonde versi del Corano. Improvvisamente si scuote, inveisce, spegne con rabbia il registratore e si barrica con esso nella stanza dove giace il padre, sfidando la rabbia dei fanatici che urlano e la chiamano puttana. Suo padre aborriva la religione, aveva solo una certa simpatia per quella cattolica. Suo padre amava la libertà, il sesso, il jazz. Darina mette nel registratore una cassetta di Nina Simone ed inizia a ballare mentre parla a suo padre e lo onora nel solo modo che lui avrebbe voluto. Lei e suo padre, la musica, e fuori la pazzia del fondamentalismo.
In questa scena iniziale, così violenta, disperata, scioccante e coinvolgente, è racchiusa l’essenza della storia di Darina. Una storia vera: Darina oggi vive a Parigi, è attrice ed ha scritto questo libro sulla base di uno spettacolo teatrale, e con l’aiuto dello stesso collaboratore, Mohamed Kacini. Ma anche una storia atipica, la storia di un padre che ama talmente tanto le proprie figlie da inculcare in loro la libertà ad ogni costo, con un permissivismo che sembrerà certamente eccessivo anche a moltissimi “illuminati” genitori occidentali, accettando tutti i rischi che un’educazione del genere comporta, soprattutto in un ambiente difficile come quello di Beirut. Per spiegare questa libertà concessa, anzi incoraggiata, dal padre, non basta la sua passione per il fumo, l’alcol e le avventure extraconiugali: quanti uomini che condividono le stesse abitudini sono invece, verso la propria famiglia, i peggiori degli inquisitori? No, da parte del padre c’è solo amore, e volontà di vedere le figlie libere da ogni condizionamento, e, soprattutto, dalla religione. Darina, delle tre sorelle, sembra essere la più ricettiva agli insegnamenti paterni, tanto anticonformisti che l’unica trasgressione (peraltro abbandonata sul nascere) risulta il dichiarare la propria intenzione di osservare il ramadan, per imitare la sorella condizionata da un uomo del quale è innamorata. Di punto in bianco, però, è la guerra che irrompe nel mondo di Darina e di suo padre, devastandolo. Davanti all’abitudine alla morte, alla disperazione ed alla percezione della caducità dell’essere umano, il modello di vita seguito da Darina si estremizza, cercando emozioni forti per esorcizzare la morte e sentire ancora il respiro dell’esistenza. Comincia così una storia di sesso occasionale e facile, fumo, alcol, droga e di tutte quelle che ad uno sguardo superficiale appaiono solo bassezze, ma per Darina sono grida disperate di vita. Passando attraverso storie di ogni tipo ed anche un divorzio (ottenuto peraltro sotto minaccia di assoldare un killer per uccidere il marito), Darina arriva perfino a provare la roulette russa ed a vedere un amico spegnersi in un attimo davanti a sé. Dietro consiglio del padre, sperimenta anche l’omosessualità pur non essendone per niente convinta. Ma, nel momento in cui suo padre la lascia da sola, questo strano ed incredibile equilibrio si rompe e Nina Simone smette di cantare lasciando Darina alla mercé del resto dei suoi familiari e del loro perbenismo, che li spinge addirittura a dichiararla pazza ed a farla internare. Nell’affrontare questa testimonianza decisamente fuori dal coro, abbiate cura di non essere schizzinosi o facilmente scandalizzabili, e ripercorrete con Darina il suo viaggio fino all’inferno e la sua “resurrezione”.
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