Quando eravamo francesi. Il Dipartimento della Dora nei documenti del periodo napoleonico (1792-1815)
- Autore: Ivo Giustetti, Riccardo Cerrano, Mauro Corneglio
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Alla fine del 1700, il Piemonte era un’area marginale politicamente, arretrata economicamente e culturalmente.
Cinquant’anni dopo, il Regno di Sardegna spiccava tra le realtà più progredite e avviava il processo di unificazione nazionale dell’Italia, sotto la bandiera dei Savoia e dei patrioti risorgimentali.
Un miglioramento che va attribuito al buon esito dell’amministrazione francese nel primo Ottocento. Siamo in debito con gli ideali illuministici, i valori moderni, rivoluzionari, egualitari, giunti al seguito delle pur non fraterne armate di Napoleone. Il Piemonte è tributario del progresso portato da Parigi: all’insegna di questa considerazione, ecco bello e pronto da qualche anno il volume Quando eravamo francesi. Il Dipartimento della Dora nei documenti del periodo napoleonico 1792-1815 (dicembre 2019, 182 pagine), di Ivo Giustetti, Riccardo Cerrano, Mauro Corneglio e con le note bibliografiche di Giuseppe Fragiacomo, per i tipi dell’Editrice Tipografia Baima&Ronchetti, di Castellamonte, Torino.
Un pool di ricercatori di storia locale del Canavese per questo prodotto della collana diretta da Giancarlo Sandretto e Mauro Baima Basquet: “Piemontesi. Storia e memorie.” Ivo Giustetti Podio è stato responsabile gestionale in aziende del Gruppo Olivetti, condividendo l’esperienza del Movimento Comunità. Assessore ai lavori pubblici a Rivarolo Canavese tra il 1994 e il 2003, si dedica con passione dagli anni Settanta alla ricerca documentaria di storia del territorio, di cui presenta qualche volta gli esiti sulle riviste locali. Riccardo Cerrano dirige la biblioteca municipale di Rivarolo e l’Ufficio Cultura, occupandosi anche dell’Archivio storico comunale. Mauro Corneglio, allora studente di lettere moderne nell’Università di Torino, deve le sue esperienze di regia all’interesse per la memoria del ’900 e per il cinema documentario. Giuseppe Fragiacomo ha diretto, fino al 2009, la biblioteca civica eporediese "Costantino Nigra" e il Sistema bibliotecario Ivrea-Canavese. Autore di numerosi saggi e pubblicazioni di contenuto storico canavesano, è appassionato di storia della Rivoluzione francese.
Al volume è allegata una cartina geografica, piegata sotto il risvolto di quarta di copertina, con la riproduzione a colori della carta del 1799, raffigurante il Piemonte suddiviso in sei Dipartimenti.
Conquistato alla fine del XIX secolo dall’Armée d’Italie del giovane generale Napoleone Bonaparte, il Piemonte venne perso a favore degli austro-russi e poi ripreso dai francesi nel giugno 1800. Dapprima venne considerato 27ème Division Militaire Française, poi integrato alla Francia nel settembre 1802, incorporato nel territorio metropolitano, come Département-au-delà-des-Alpes e diviso in sei sotto dipartimenti: dell’Eridano o Po, capoluogo Torino; della Dora, capoluogo Ivrea; di Marengo, capoluogo Alessandria; della Sesia, capoluogo Vercelli; della Stura, capoluogo Cuneo; del Tanaro, capoluogo Asti.
I documenti riprodotti tra le tantissime immagini nel testo, provengono dalla collezione del rivarolese Giustetti. Si tratta di lettere, manifesti, sentenze, stampe, atti amministrativi, di un periodo compreso tra il 1792 e il 1815, riferiti in massima parte a comuni del Canavese. Quando possibile, la presentazione segue una suddivisione per aree tematiche. Per lo più sono in francese ed ognuno riporta a margine una didascalia esplicativa di taglio divulgativo. Una sezione introduttiva è relativa al periodo rivoluzionario e all’arrivo di Napoleone in Piemonte. In appendice, note e appunti sull’Archivio Storico Comunale di Rivarolo, che conserva, come molti altri archivi pubblici intorno, un fondo cospicuo.
Il lavoro persegue diversi obiettivi, sulla scia della mostra allestita nella Sala Consiliare della Città di Rivarolo dal 13 al 15 novembre 2015, “Quando facevamo parte del Département de la Doire. Il Canavese giacobino e napoleonico nelle carte della collezione di Ivo Giustetti. Documenti compresi tra il 1792 e il 1815”. Innanzitutto, confermare l’importanza dei documenti come fonte primaria per la ricerca, da qui la necessità della conservazione e valorizzazione. Evitare la dispersione del patrimonio documentario e iconografico esposto nella mostra. Offrire a un pubblico più ampio l’opportunità di conoscere un periodo storico molto complesso, ma importante e poco noto, l’annessione del Piemonte alla Francia dal 1801 al 1814, compresi gli eventi bellici precedenti e la breve esperienza del governo giacobino. Raccontare frammenti di questa pagina storica attraverso le riproduzioni dei documenti originali, per la maggior parte di ambito canavesano.
Quel Piemonte, parte integrante prima della Repubblica e poi dell’Impero francese, era governato dalle leggi francesi e gestito da amministratori francesi delle strutture politiche e istituzionali sul modello d’Oltralpe, allora di gran lunga le più avanzate. Accanto a quei dirigenti, trovavano spazio gli esponenti più capaci e illuminati della borghesia e dell’aristocrazia locale, prima soffocati dall’assolutismo sabaudo.
Pur con ombre e difficoltà, l’esperienza storica del quindicennio napoleonico va considerata vitale e ha lasciato al Piemonte eredità preziose: dai Codici normativi alla pianificazione urbanistica e allo sviluppo delle vie di comunicazione, dal sistema amministrativo ai riflessi delle riforme sull’economia e sulla cultura.
Si delineano progetti innovativi destinati a rifiorire durante i regni di Carlo Alberto, di Vittorio Emanuele II e nel periodo postunitario.
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