Quel treno per Baghdad
- Autore: Non disponibile
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2013
Una raccolta di racconti a tema: il viaggio in treno. Il titolo del libro che Neri Pozza pubblica nel 2013 con la cura del grande giornalista di viaggi Stefano Malatesta è quello del racconto più lungo e più impegnativo, scritto da Mario Fales, grande esperto della storia del Vicino Oriente antico, che insegna all’Università di Udine; ma non vi è nulla di accademico nel racconto romanzesco della storia della ferrovia che alla fine dell’Ottocento fu progettata per unire l’Europa con l’ancor poco conosciuto Vicino Oriente, un treno che avrebbe unito Istanbul a Baghdad. Grandi protagonisti di questa avventura leggendaria, dai particolari aspetti simbolici e metaforici, furono le grandi potenze europee, soprattutto la Germania del Kaiser Guglielmo II di Hohenzollern, aiutato da uno strano personaggio, il barone Von Oppenheim, che, alleati con la Turchia, nei libri di storia la “Sublime Porta”, volevano raggiungere un insperato traguardo tecnologico ma anche politico, per battere la presuntuosa Gran Bretagna ed assicurarsi il primato economico e industriale in quello scacchiere, dove l’Inghilterra dominava. Le vicende della costruzione della linea ferroviaria occupano molte pagine del racconto, mescolate con aneddoti gustosi, esperienze dirette di chi conosce molto bene quell’intricata storia e quei territori, riflessioni socio-politiche molto puntuali su eventi di un travagliato periodo, che vide genocidi, guerre, rivoluzioni, mutamenti radicali del quadro geopolitico. Baghdad, Il Cairo, Medina, Istanbul, Berlino, Mossul: viaggiamo con Fales in questi due continenti, incontriamo nel corso della narrazione personaggi mitici, Agatha Christie e Ataturk, Lawrence d’Arabia e Abdul Hamid, ma anche libri celebri (I quaranta giorni del Mussa Dagh di Franz Werfel), la storia dell’Altare di Pergamo, ora a Berlino, la strage degli Armeni, del 1915.
La sconfitta della Germania nella Prima Guerra mondiale sancì, col Trattato di Versailles, la sua esclusione dalla costruzione della ferrovia per Baghdad, le cui vicende subirono poi le conseguenze delle successive fasi della storia dei singoli stati europei, fino alla tragedia della Seconda guerra mondiale.
Il racconto di Mario Fales, documentatissimo e frutto di un’approfondita ricerca e di una nutrita bibliografia, ci accompagna in luoghi mitici, ci spiega vicende quasi sconosciute, ci chiarisce nodi oscuri di intrichi e mescolanze, interessi e alleanze strategiche, ci fa percorrere oltre un secolo di storia con studiata leggerezza. Una storia affascinante, degna della grande tradizione del raccontare che dai quei luoghi discende, come ci ha insegnato Sherazade…
Nel libro sono raccolti altri spunti narrativi, a partire da quello dell’ambasciatore Boris Biancheri, che racconta un viaggio in treno di un giovane lettore che a tutti i libri letti, tanti in soli quindici anni di vita, predilige l’orario ferroviario. Poi Giuseppe Cederna, figlio dell’urbanista-archeologo Antonio, nipote della grande Camilla, che racconta i suoi primi viaggi in treno da un punto all’altro del paese tentando di affermarsi come clown insieme ad un piccolo gruppo circense destinato a sfondare…
Ancora un prestigiatore in treno, Matteo Pennacchi che racconta il suo incredibile viaggio da Mosca a Pechino sulla mitica Transiberiana, senza soldi né bagagli, improvvisando e intrattenendo i viaggiatori nel lunghissimo viaggio attraverso la Russia, tra mercanzie, animali, puzze, mancanza d’acqua, in uno spostamento che sembra ambientato in un altro secolo. Ricco di suggestioni e di personaggi noti anche il racconto firmato dallo stesso Malatesta, “Le train bleu”, una linea ferroviaria lussuosissima che da Londra arrivava attraverso Nizza fino a Mentone, per consentire agli Happy few del tempo di viaggiare in perfetto comfort.
Stenio Solinas ci accompagna invece in Kenia, sulle orme di Karen Blixen e del suo giovane amante inglese sul treno detto “Lunatic Express”, che andava dall’Oceano Indiano al lago Vittoria, per la cui costruzione morirono migliaia di indigeni e non pochi bianchi, mangiati dai leoni, come il viaggiatore inglese Henry Ryall, colto nel sonno mentre seduto in treno col fucile sulle ginocchia faceva la guardia….
Divertente anche la descrizione del “Nairobi Railway Museum”, che dovrebbe fare memoria di quel treno speciale ed invece non è altro che una discarica, anche se sui convogli esposti avevano viaggiato il Duca di Windsor e i Baroni Blixen, scrivendo non poche pagine della storia del colonialismo in Africa.
L’ultimo racconto, il più letterario, è attribuito a due diverse voci narranti, lui e lei, seduti di fronte in treno durante un breve viaggio, protagonisti di un breve incontro quasi muto, dagli insoliti risvolti: l’autore, Vito P, descrive con acutezza le sensazioni e le attese che due sconosciuti possono suscitare l’uno nell’altra, con una intrigante sottigliezza, in uno spazio e in un tempo limitati.
Due racconti siciliani, due treni tra feudi isolati un po’ gattopardeschi e solfatare quasi irraggiungibili, ci raccontano un sud dove il treno era, e purtroppo è ancora, un traguardo sognato.
Racconti diversi per stile, ambientazione, luoghi e tempi, ma tutti ricchi di cultura mai retorica; una raccolta originale, piuttosto insolita nel nostro panorama editoriale, di stile piuttosto anglosassone, dove il racconto ha uno spazio molto più esteso. Non a caso il libro si conclude con parole che rimandano ad un autore americano maestro del racconto:
“Spengo, mi infilo sotto le coperte e spero che nel sonno mi vengano incontro solo hemingwaiane colline come elefanti”.
Quel treno per Baghdad
Amazon.it: 10,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quel treno per Baghdad
Lascia il tuo commento