Racconti musicali
- Autore: AA.VV.
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2009
a cura di Carlo Boccadoro
Un’antologia di racconti, in fondo, è simile ad una composizione musicale: possiamo paragonare i vari scritti che concorrono a formarla alle note che si uniscono per dar vita ad una canzone piuttosto che ad una sinfonia. Ci possono essere note alte o basse, malinconiche, funeree o brillanti, ci possono essere armonie o perfino dissonanze, ed il risultato può essere più o meno omogeneo, un capolavoro che ci prende il cuore e l’anima o una canzoncina senza valore che scivola via come acqua fresca o addirittura ci irrita; oppure può provocare in noi sentimenti contrastanti, ora di coinvolgimento e passione, ora di incomprensione e noia. Possiamo ritrovarci a leggere pagine e pagine tutto d’un fiato per poi poco dopo incagliarci su di un raccontino che non vuole proprio saperne di scorrere e che non ci sembra neppure troppo pertinente al tema scelto. Trattandosi di racconti, e per di più a tema musicale, il potenziale lettore potrebbe commettere l’errore di pensare di trovarsi davanti ad facile lettura: non è così. Questo è allo stesso tempo un bene ed un male: un bene, perché, com’è lecito aspettarsi, i racconti non sono certo stati scelti in base alla loro leggerezza, ma vagliati con cura nella produzione di alcuni importanti scrittori moderni; un male, perché alcuni contributi risultano eccessivamente pesanti e tendono a distogliere l’attenzione del lettore che potrebbe facilmente scoraggiarsi. Il curatore sottolinea che i racconti scelti rappresentano spesso degli hapax (eccezioni, episodi isolati) nella produzione dei loro autori: questo, purtroppo, in qualche caso si percepisce chiaramente. La bellezza di questo libro, come di tutti i libri di racconti eterogenei, è la grande varietà di stili, temi e stati d’animo che vi si trovano. Come in una compilation pubblicata su CD, nella quale ascoltiamo brani allegri o tristi, ritmati o lenti, in questo libro leggiamo scritti molto diversi fra di loro: racconti “seri”, quasi descrizioni storiche, quali “Antonio Stradivari” di Savinio e “Il genio di una notte” di Zweig, accanto a veri e propri “scherzi” come “La verità su Paganini” di Campanile, somigliante ad uno sketch radiofonico o televisivo, o “Il segreto della musica vecchia” di Villiers de l’Isle-Adam, che ricorda i temi del Teatro dell’Assurdo. Vi sono quelli che lasciano un senso di vuoto ed inquietudine, come “Interferenze” di Barnes, ed altri che lasciano insoddisfatti, come “Liszt” di Dahl, dove il ben riuscito contrappunto fra l’ottusità del marito e l’entusiasmo ingenuo della moglie viene bruscamente interrotto con un “finale aperto” che irriterà chi, come me, lo considera spesso solo un furbo “escamotage” per coprire una mancanza di idee. Troviamo perfino quello che, più che un racconto, ci sembra un estratto da un trattato di neurologia, l’interessante “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” di Saks. In alcuni, come in “Bic” di Trevisan, la musica non è affatto protagonista, ma solo trascurabile particolare. Nel caso di chi scrive, i più graditi sono stati “Il blues di Sonny” di Baldwin, bellissimo affresco jazz, storia di un ragazzo al quale la musica salva la vita, e “La ragazza di Ipanema 1963/1982” di Haruki, che immagina la protagonista della canzone prendere vita e conversare con lui nella calda ed ovattata atmosfera di un’estate brasiliana. Due racconti così meravigliosamente evocativi che sentirete la loro musica risuonare senza bisogno di un CD.
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