Racconti straordinari di Liaohzai. Sedici racconti taoisti
- Autore: Songling Pu
- Genere: Religioni
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2008
Sedici racconti che possono essere utili per affacciarsi al mondo del Taoismo; una porta attraverso la quale accedere a questa particolare cultura cinese che sta affascinando anche il mondo occidentale. Il miglior modo per comprendere questa millenaria filosofia forse è proprio attraverso le storie che, calate nel quotidiano, possano essere comprensibili a tutti e ognuno di noi può trarne degli insegnamenti. Questi racconti non hanno la pretesa di definire delle leggi o dei comandamenti, bensì dare semplicemente dei suggerimenti su come comportarsi. Songling Pu non è un taoista ma quello di cui parla, quello che descrive con tanta attenzione, i principi che si deducono sono molto vicini a quelli del Taoismo, soprattutto l’armonia (con la Natura in primis) e il dualismo (bello e brutto, buono e cattivo) poiché nulla è assoluto, ma ogni relativo implica il suo contrario.
I sedici racconti arrivano direttamente al lettore in quanto scritti in modo semplice, senza tanti fronzoli; alcuni addirittura presentano in calce una pseudo-morale esplicativa della storia narrata. Storie che sono calate nella cultura cinese, soprattutto quella contadina, che si arricchiscono di personaggi presi dalla tradizione e dal folclore popolari (si pensi alle fate-volpi).
Così troviamo un uomo bello che a causa di una tempesta si trova in un paese di brutti che considerano però lui come orrendo, illusionisti che si guadagnano da vivere puntando sul numero sensazionale o che cercano di estorcere denaro puntando sulla paura, fate-volpi che possono rivelarsi amorevoli, impertinenti o letali, uomini-fiori, pietre che hanno un anima.
Integrità morale, purezza di spirito, laboriosità e armonia con la natura e gli uomini sono tra i principi che si possono evincere dalla lettura di questi racconti e che erano validi allora come lo sono adesso. Si tenga inoltre presente che i racconti sono stati scritti nella seconda metà del Seicento e quindi vanno visti in un’ottica di una cultura molto diversa dalla nostra non solo perché distante nello spazio ma anche nel tempo. Tempi in cui governavano i Manciù che mal tolleravano la libera espressione quando questa era a loro svantaggio. Da qui la necessità di camuffare il racconto, di renderlo sensazionale con l’uso del folclore cinese in modo da sembrare opera di fantasia, mentre a un lettore più attento i riferimenti socio-politici sono ben evidenti (tante le storie di uomini onesti che hanno a che fare con magistrati corrotti). In particolare Songling Pu è contro la società medio-alta a favore di quella contadina e di quella mercantile, le due tra l’altro a cui in qualche modo apparteneva.
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