Radio città perduta
- Autore: Daniel Alarcòn
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2011
Molti di noi son fortunati: non hanno mai conosciuto una dittatura e possono solo leggerne sui libri.
Radio città perduta di Daniel Alarcòn (Einaudi, 2011) non è un romanzo sulla dittatura, sulla guerra civile, sulla resistenza o sulla morte, anche se tutti questi temi gli fanno da sfondo. È un romanzo sulla solitudine di chi sopravvive, spesso senza aver capito nulla o avendo capito molto poco.
Norma ha amato e sposato Rey, un resistente clandestino, forse, e ha condiviso con lui una lunga parte di vita, piena di amore, senza conoscere l’altra parte, quella clandestina, nella quale Rey è un altro, un uomo diverso.
Dalla fine della guerra, in questo irriconoscibile Perù dove tutti i nomi dei luoghi sono stati cambiati, sono passati 10 anni, e in questi dieci anni Norma ha continuato a sperare che Rey fosse vivo, nascosto da qualche parte, ma vivo.
Come ha potuto superare il suo dolore, il suo smarrimento, il suo senso di vuoto? Conducendo un programma radiofonico, Radio città perduta, appunto, nel quale legge lunghe liste di persone scomparse, nel quale dà voce a chi cerca un familiare, un amico, perduto, allontanato, scomparso, sperando che la sua voce, che è ormai amata in tutto il Paese, raggiunga Rey, che lui la ascolti, che possa contattarla.
Fino a quando l’arrivo di un bimbo di 10 anni, Victor, cambia completamente la sua prospettiva, fino a farla accorgere che "La persona che a Norma era mancata di più durante l’assenza di Rey non era Rey, ma la persona che lei era quando stava con lui".
Una splendida opera prima di uno scrittore peruviano che ci accompagna tra i fantasmi della dittatura e dell’amore quasi con dolcezza, cullandoci in un andirivieni continuo tra la necessità della memoria e quella dell’oblio, tra la necessità del silenzio e quella della parola.
Radio città perduta
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