Realtà
- Autore: Mario De Caro
- Genere: Scienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bollati Boringhieri
- Anno di pubblicazione: 2020
Una sedia è realmente la sedia che percepiamo? E i colori? Il rosso in sé è davvero il rosso che arriva al cervello attraverso la vista? Vale per la sedia, vale per i colori, vale per il mondo che ci circonda: quali effettive certezze abbiamo della realtà? E cos’è poi, in fondo, la realtà?
“La realtà esiste nella mente umana e non altrove”, sosteneva George Orwell. E d’altro canto, si recita in Matrix: “Ciò che tu senti, vedi, degusti o respiri non sono che impulsi elettrici interpretati dal tuo cervello”.
La riflessione filosofica sulla realtà comincia giocoforza dai suoi albori. La collana “I sampietrini” di Bollati Boringhieri non sottace su un concetto tanto portante, dedicandogli un pregno volumetto, affidato alle cure di Mario De Caro, professore di filosofia morale all’Università Roma tre, e saggista col dono della leggibilità. Malgrado il tema non sia dei più semplici, il suo lavoro ( Realtà, Bollati Boringhieri, 2020) interseca la storia della filosofia e una miriade di stimoli speculativi che valgono da soli la lettura.
Domande dopo domande: se suoni, colori, persino odori e sapori sono produzioni esclusive della mente, quale realtà oggettiva esiste aldilà di essa? Se la mente costituisce l’alfa e l’omega del nostro universo percettivo, e i nostri sensi ci ingannano, esiste davvero un tempo fuori? E in che misura approcciare gli enti immateriali, come la mente stessa, oppure i numeri? La scienza la fa facile, semplificando in modo tranchant: il mondo contiene soltanto le cose che le scienze naturali possono descrivere e spiegare (realismo scientifico). In modo opposto, gli adepti del cosiddetto “realismo ordinario” sostengono il primato dell’esperienza percettiva sulla scienza. Dopo averci introdotto a questi (e a diversi altri) approcci interpretativi, De Caro ci inizia piuttosto a una terza via: la realtà è talmente multiforme che non possiamo accostarci a essa se non mediante una multiformità di accessi e di strumenti. Da evitare, in quanto fuorvianti, il dogmatismo quanto il partito preso.
La citazione che segue è lunga, ma credo chiarisca il concetto in modo adamantino. Scrive De Caro:
“Immaginiamo che un individuo abbia un infarto. Ci si può naturalmente chiedere perché ciò sia accaduto: se però questa domanda è chiara, non è chiaro come vi si debba rispondere […], bisogna considerare il contesto in cui ci interroghiamo su questo tema. Se la domanda viene posta a un fisiologo, per esempio, la risposta potrebbe basarsi sulla ricostruzione dei processi casuali o che hanno portato all’occlusione di un’arteria; se a rispondere fosse invece il medico curante del tapino, la causa dell’infarto potrebbe essere individuata nel fatto che il paziente non è stato diligente nell’assunzione dei farmaci che gli erano stati prescritti; uno studioso di statistica medica potrebbe fare riferimento ai fattori di rischio ereditari nella storia familiare dell’infartuato; un familiare potrebbe invece arrivare ad addossarsi la responsabilità casuale dell’evento per non essere stato convincente nello spiegare quali erano i comportamenti che l’infartuato avrebbe dovuto evitare; e così via. Nessuna di queste spiegazioni è la spiegazione corretta, perché tutte nel giusto contesto possono essere legittime. E lo stesso può dirsi di molti altri tipi di spiegazioni, inclusi quelli di fenomeni internazionali come le decisioni e le azioni: pensare che esista una spiegazione corretta e più fondamentale delle altre è frutto di una metafisica scientistica tanto popolare quanto poco giustificata”.
Per l’eventuale assunzione dei dati di realtà funziona allo stesso modo. Ancora secondo De Caro:
“Ai livelli più bassi daremo le spiegazioni proprie delle scienze naturali; poi via via passeremo al livello proprio delle scienze umane e sociali: e infine arriveremo al livello delle spiegazioni normative. Nessuno di questi livelli è più importante degli altri e tutti sono indispensabili. Perché la realtà è inesauribilmente variegata; e dunque, non possono essere che variegate le modalità con cui possiamo tenerne conto”. (p. 116)
Realtà è un saggio sottile, di nitida caratura filosofica. Se alcune delle tesi veicolate da Mario De Caro risultano plausibili quanto brillanti, è proprio in virtù dell’equidistanza che promana dalle sue pagine.
Realtà
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