Religione e politica
- Autore: Hannah Arendt
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
Di Hannah Arendt si parla e si scrive molto quando si tratta del libro La banalità del male, un reportage sul processo a Eichmann, uno dei nomi più importanti nella gestione nazista della "soluzione finale" degli ebrei, eliminarli tutti con il prevalere della razza ariana, così come dovevano sparire anche gli zingari, gli omosessuali e i comunisti. E poi innumerevoli pubblicazioni sul pensiero religioso e le radici del totalitarismo, fondamentali nel loro spiegare le interrelazioni tra due concetti che la filosofa prende come motivazioni basilari; accade la stessa cosa con questo pamphlet dal titolo, appunto, Religione e politica (Feltrinelli editore, 2013, traduzione Paolo Costa).
La Arendt segue il processo come cronista, ma è indubbio che lei si fece condizionare dalla pochezza di Eichmann, un mostro che, fuori dai campi di concentramento, sembrava un uomo normale, addirittura noioso e senza nessuna traccia di intrinseca cattiveria, come se fosse nato già con l’idea di fare del male. Un’idea controversa, quella della filosofa, che fece parlare e scrivere storici e studiosi che non volevano "circoscrivere" il nazismo come malattia di pochi esemplari di uomini, accomunati dal fatto di avere un’idea di morte e di rifondazione di un uomo "nuovo" e incapaci di accettare l’idea che il popolo tedesco era soprattutto scosso per tutte le colpe che aveva preso su di sé alla fine della Prima Guerra mondiale. Un paese che voleva giustizia e insieme intendeva scatenare il secondo conflitto bellico per vendicarsi di tutte le guerre perse sin dall’antichità sotto dell’Impero romano. Un paese risentito che aveva bisogno di un "capro espiatorio" . E poi le religioni, soprattutto quelle cattoliche e musulmane, non erano la causa fondante dell’odio tra i popoli?
In realtà, fin ad oggi, le religioni in guerra, anche nelle guerriglie circoscritte, hanno una base di fedeli credenti. Chiaramente la Arendt non nomina la religione ebraica perché non era nemmeno conosciuta come tale, e se un paese non ha un Dio rivelato in un preciso territorio non esiste. La guerra continua tra i palestinesi e gli israeliani, in quello che è soprattutto un conflitto tra religioni che non si riconoscono come tali.
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