Ribelli & Ostinati. Voci e suoni del ’68
- Autore: Felice Liperi
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
In Italia convivevano, cme elementi di un brodo primordiale che di lì a poco avrebbe dato vita a suoni, visioni e canzoni del lungo Sessantotto. La canzone leggera di Albano e Orietta Berti (& compagnia cantante), la canzone politica dei "duri e puri" Michele Straniero e Ivan Della Mea (& compagnia comiziante), più in sordina il proto-cantautorato di Sergio Endrigo, Giorgio Gaber, Fabrizio De Andrè e altre anime salve della parola musicata. Del resto mica eravamo nel mare magno espressivo americano: in Italia diverse accezioni (prima ancora che espressioni) di canzone coabitavano giocoforza in antinomia, da separate in casa, guardandosi l’un l’altra con diffidenza, se non proprio in cagnesco. Come efficacemente ribadito da Felice Liperi, nel suo “Ribelli & Ostinati. Voci e suoni del 68” (Manifestolibri, 2018)
(…) nel 1968 la canzone si muove ancora su due percorsi ben distinti: da una parte quello politico e militante, che rimane funzionale all’azione dell’attivismo e dell’impegno, dall’altra quello della cosiddetta leggera legata alle logiche del mercato e del facile consumo anche perché alla canzone d’autore non viene riconosciuta ancora una dimensione creativa diversa dall’ambito del puro intrattenimento.
Al netto di repentine forme preparatorie, il Sessantotto è stato dunque l’anno del big bang musicale. Spopolavano Azzurro (Adriano Celentano) e Luglio (Riccardo del Turco), ma c’erano anche Contessa (Paolo Pietrangeli), gli sperimentalismi underground di Mario Schifano (via gruppo “Le stelle di Mario Schifano”), la ballata intelligente-stravagante di Enzo Jannacci (Vengo anch’io, no tu no fa parte delle hit del 68) e le opere pregnanti di Giorgio Gaber (Asse di equilibrio) e Fabrizio De Andrè (Senza orario e senza bandiera, primo esempio italiano di concept album, con i New Trolls). Con sacrosante ragioni, proprio a Gaber e De Andrè -, Felice Liperi dedica diverse pagine del suo libro. In quanto:
(…) il ’68 è un anno centrale anche per la canzone d’autore, in una prima fase seguita per lo più da un pubblico di nicchia; ma con Gaber e De Andrè molto presto le cose cambieranno.
Col ricorso a un cospicuo contributo della stampa dell’epoca (dichiarazioni e interviste), “Ribelli & ostinati” inquadra quindi la stagione di svolta del 1968, a partire dalla sua colonna sonora. Una colonna sonora trasversale, e in larga parte nuova, giovane e irredenta. Indicativa del “clima” italiano nel milieu di quell’anno, può risultare la cronaca - sul Corriere della sera - di un concerto di Jimi Hendrix (pag. 62). Non c’è da stupirsi dei toni: l’annus mirabilis era un magmatico ribollire di voci, idee, espressioni del tutto inedite: alcuni non capirono, altri vi aderirono con uno slancio senza eguali e mai più eguagliato. Ribelli & ostinati restituisce il quadro come meglio non si potrebbe.
Ribelli e ostinati. Voci e suoni del '68
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