Ricette da fiaba
- Autore: Elissa Piccinini e Camillo Bacchini
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2016
“Ricette da fiaba” (Elliot, 2016, illustrazioni di Francesca Rossetti) è un interessante viaggio “tra le più gustose (e originali) ricette delle fiabe popolari” come recita il sottotitolo del testo, redatto dagli studiosi di letteratura di Elissa Piccinini e Camillo Bacchini.
In questo ricettario Piccinini & Bacchini vanno alla scoperta del significato che alcuni alimenti hanno avuto nella storia della fiaba “voce antica dell’uomo” per arrivare alla descrizione di alcuni piatti letteralmente fiabeschi. Quindi...
“Pancia mia, fatti capanna!...”.
Il cibo nella fiaba ha una grande importanza, anzi sembra quasi essere un’ossessione perché il racconto fiabesco nasce come tradizione orale del popolo. Dunque il racconto fiabesco
“diviene progressivamente ricettacolo delle paure e dei desideri del popolo stesso”.
Queste paure e desideri atavici e ancestrali ribollono inevitabilmente attorno ad un perno che è il cibo. Paura di rimanerne privi e contemporaneamente desiderio d’averne in abbondanza. La paura di rimanere privi di cibo è presente nelle favole “Pollicino”, “Hänsel e Gretel”, “Cappuccetto Rosso” e “Il Gatto con gli stivali” e in innumerevoli altre fiabe. Inoltre, nella fiaba appare spesso l’idea di dover mangiare tutto sino all’ultima briciola e di bere tutto sino all’ultima goccia. Il motivo ricorrente di non lasciare avanzi è sintomo di una società povera o che rischia spesso la carestia. L’importanza delle briciole, la preziosità degli avanzi, si osserva anche nella fiaba letteraria, oltre che in quella popolare: dalle “Fiabe italiane” di Italo Calvino (dove lo scrittore raccolse le più amate storie popolari italiane), a quelle di Capuana, sino a giungere alla fiaba di Pinocchio, con i suoi famosi torsoli di pera. La fiaba insegna ai piccoli e ai grandi lettori che il cibo non va mai sprecato, perché salva. Fa trovare la strada della salvezza a Hänsel e Gretel o è passo importante nel percorso di formazione per il burattino di legno di Collodi. Nel ricettario si parte dal “pane da fiaba”, elemento base dell’alimentazione e della vita che ritorna come leit motiv nelle fiabe popolari. Ecco il pane di Pollicino e la focaccia dolce di Cappuccetto Rosso.
“Un giorno la mamma disse a Cappuccetto Rosso: Guarda, Cappuccetto Rosso, qui c’è un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna che è debole e malata, serviranno a rifocillarla...”.
Hansel e Gretel invece,
“arrivarono così a una casetta… e quando si furono avvicinati, videro che la casetta era fatta di pane e coperta di focaccia; ma le finestre erano di zucchero puro…”.
Per quanto riguarda i primi piatti, nel racconto fiabesco, dobbiamo fare i conti con l’onnipresenza di minestre, zuppe, minestroni, pappe fatti con verdure, carni, ma non solo. La pasta è presente in varie forme come piatto forte, ci riferiamo agli onnipresenti maccheroni delle fiabe italiane, piatto trasversale alle tavole ricche e povere. Esempio di ciò l’invitante ricetta dei maccheroni alla bolognese da Il gobbo Tabagnino” alla quale fa seguito il pasticcio di maccheroni da Il re del paniere. E
“le carni fatate”? “Ucci ucci sento odor...”.
Ricordiamo che all’interno del racconto fiabesco la carne rappresenta un cibo di qualità superiore rispetto agli altri. Le carni cotte che compaiono nelle fiabe sono la selvaggina, mentre le interiora hanno spesso poteri sovrannaturali o magici. E per finire in bellezza una rapida carrellata di “dolci stregati”: il Pan di Spagna della casetta di Hansel e Gretel, il riso al latte del folletto del droghiere, il pan di spezie di “Il vampiro”, le frittelle di “Zio Lupo” e la torta di “Pelle d’asino”. Provare per credere.
“Le fiabe sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi di un destino” (Italo Calvino)
Ricette da fiaba. Le più gustose (e originali) ricette delle fiabe popolari
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