Il romanzo di tre “passioni”: Golgota, amore e verità
“Risorto” è la versione narrativa dell’omonimo film hollywoodiano, nei cinema per la regia di Kevin Reynolds. Il romanzo storico di Angela Hunt è stato pubblicato dalle Edizioni Piemme (288 pagine 18,50 euro) e aggiunge un personaggio, non di poco conto, alla sceneggiatura di Paul Aiello. La scrittrice americana, biblista per studi e appassionata di storia, ha molto rafforzato il personaggio di Rachele, tagliato in fase di montaggio, per limiti di tempo. È la giovane vedova ebrea alla quale si lega Clavio – interpretato da Joseph Fiennes - tribuno della decima legione Fretense in Palestina e primattore della vicenda, che segue le ultime fasi della vita terrena di Gesù Cristo, qui chiamato Yeshua.
Una donna estremamente moderna - Io sono il tuo segreto e tu sei il mio. È tutto. Non potremo mai essere altro - una relazione altrettanto attuale, che sfida coraggiosamente le regole, le religioni differenti e tutte le convenzioni sociali dell’epoca. Un soldato romano non poteva contrarre matrimonio fino al congedo e una donna israelita, sorpresa con uno straniero oppressore degli ebrei, finirebbe lapidata dai connazionali. Era proibito anche solo entrare in contatto con chi non era giudeo, tanto meno entrare in casa di un romano oppure ospitarlo.
“Risen” è il romanzo di tre passioni. Quella della morte e resurrezione di Cristo, sulla quale il tribuno è chiamato a indagare. Quella sentimentale tra Clavio-Rachele e la ricerca della verità sulla crocifissione e il dopo, da parte dell’ufficiale romano. È scorrevole e ben cadenzato, ricco di particolari sulle tradizioni di quel primo millennio, tanto a Roma che a Gerusalemme. È un’indagine storica e in parte “poliziesca” su vicende conosciutissime, accadute in Giudea, nell’anno 33 dell’era cristiana. Fonte privilegiata sono le Sacre Scritture, secondo le conoscenze dell’autrice, che vive e lavora in Florida.
Il Clavio che si presenta ai lettori è sofferente, mal rasato, vestito come i giudei, anche se alla mano sinistra conserva un anello d’argento da tribuno. È un fuggitivo e sente di dover rivelare la sua storia all’oste ebreo di una locanda lungo la strada.
Il racconto lo ritrova subito ufficiale capace nel suo paludamentum militare rosso. Dopo un’azione efficace contro ribelli zeloti, Pilato in persona lo incarica di raggiungere una collina oltre le mura, per assicurarsi che l’esecuzione di tre condannati non si protragga tanto da turbare il sabato solenne alla vigilia della Pasqua ebraica. Con il giovane beneficiarius Lucio – un aspirante ufficiale da addestrare – raggiunge il luogo, in cima al quale svettano tre pali. Sui laterali, due uomini si sforzano ancora di sollevarsi sui talloni trafitti dai chiodi, per poi accasciarsi, sopraffatti dal dolore. La morte sulla croce spesso era lunga e tormentosa. Al centro, il terzo giustiziato è immobile, gli occhi aperti ma lo sguardo vuoto.
È proprio Clavio a dare l’ordine di colpire con una lancia il costato di Yeshua e di eseguire il crucifragium per finire gli altri due: frantumando le ginocchia, non possono più nemmeno sollevare disperatamente il diaframma per respirare. Spirano in breve soffocati. È più che certo, perciò, che quell’altro crocifisso sia assolutamente e irrimediabilmente morto, mentre improvvisamente si scatenano tuoni, la terra trema e appaiono nubi minacciose, dove prima brillava il sole. Ma lo stesso tribuno verificherà che la tomba del nazareno è decisamente vuota, dopo che sempre il governatore lo ha inviato a verificare le notizie della scomparsa del cadavere diffuse proprio nel giorno della Pasqua. Pilato sostiene che i religiosi del Sinedrio, non paghi di aver spinto alla crocifissione, vanno dicendo che il corpo è stato rubato e nascosto dai seguaci, per poter affermare che Gesù è risorto e asceso addirittura in cielo. Sarebbe più devastante di una scontro vinto dagli zeloti. Tutto questo, oltre che contrastare le autorità religiose ebraiche, farebbe il gioco della ribellione contro Roma. E ad appena sei settimane dalla visita imperiale, Ponzio vuole fare trovare a Tiberio tutto in ordine, in una provincia dell’Impero pacificata.
Il tribuno e Lucio vanno quindi in giro per giorni dentro e fuori città, ad interrogare testimoni e cercare i discepoli che accompagnavano sempre Yeshua. E in Clavio il dubbio e una visione più aperta si fanno strada tra le certezze dell’ufficiale imperiale e le ambizioni del patrizio romano. Sono in molti a dirgli di aver affidato la vita a colui che l’aveva redenta col suo sangue. Le sue certezze laiche cominciano a vacillare.
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