Romagnolo e la Costa del Levante
- Autore: Vittorio Lo Jacono
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Un luogo di svago e divertimento dove moltissimi palermitani passavano il periodo estivo, ingiustamente e infelicemente abbandonato che si deve riportare agli antichi splendori. L’ultimo volume di Vittorio Lo Jacono, Romagnolo e la Costa del Levante. Antica meta balneare del lungomare di Palermo (Edizioni Ex Libris, 2024), offre un contributo notevole finalizzato alla sua rinascita, la completa valorizzazione e il suo rinnovato utilizzo, che porterebbe di certo beneficio alla cittadinanza tutta e al suo territorio.
Molte le cause e gli autori di questo scempio, che ha sottratto alla città la possibilità di fruire oggigiorno del godimento di questa parte della città dove si ha, sullo sfondo, la visione del promontorio più bello del mondo, come lo definiva Goethe, il monte Pellegrino.
L’autore vuole fare prendere coscienza e conoscenza di quanto perduto, facendo un viaggio a ritroso nel tempo e nella storia di luoghi che arricchivano e impreziosivano il litorale palermitano e un quartiere quale quello di Romagnolo. Una parte urbana posta all’ingresso della città che abbraccia diverse realtà, ben documentata nell’accurato libro che ha al suo interno numerose riproduzioni di foto d’epoca. Si ha così contezza di quanto era presente in quei luoghi, strutture di svago ma anche di accoglienza come la “Casa lavoro e preghiera” per l’infanzia abbandonata di Padre Messina; quest’ultima prendeva origine da una Chiesetta del 1400, quella di Sant’Erasmo poi incorporata nella villa dei Filangeri Cutò.
La prefazione è curata con attenzione dall’architetto Giacomo Fanale, che non manca di sottolineare come la costa del Levante sia una delle parti più belle di Palermo, una città sul mare che pare però come nel tempo gli abbia insanamente girato le spalle. Lo sfogo naturale e più vicino verso il mare è stato e sarebbe dovuto essere questo tratto di costa, senza bisogno di doversi allontanare sino a Mondello, pur essendo quest’ultimo un bellissimo borgo marinaro ma che comporta uno spostamento anche se per pochi chilometri dal centro della città.
La costa del Levante ha avuto un destino amaro, giustificato solo in parte dalla morfologia del territorio che ha consentito uno sviluppo più agevole sull’altro lato della città. Sulla costa del Levante sorgevano funzionali stabilimenti su palafitte e rinomati ristoranti, in un insieme che costituiva un vero e proprio luogo di villeggiatura per tutti i ceti sociali senza distinzioni di sorta, e la vicinanza alla città consentiva una maggiore frequenza da parte della popolazione.
Ma tutto questo è venuto meno, nel corso del tempo, per le insane scelte urbanistiche compiute dall’amministrazione pubblica. La decisione insensata di gettare i sfabbricidi derivati dal “sacco di Palermo” e ancor prima dalle macerie dei bombardamenti della guerra hanno rovinato uno splendido litorale dove sorgevano funzionali stabilimenti come i Bagni Virzì e i Bagni Petrucci. Nel volume di Lo Jacono sono riportate le foto di come erano quei luoghi, dove impreziosivano la costa anche cinema all’aperto, arene come quella della Bandita e molte delle case che venivano costruite erano abitate solamente nel periodo estivo.
Romagnolo prende il nome da Corradino Romagnolo e Texejra, appartenente a una delle famiglie patrizie di Palermo che verso la fine del Settecento costruisce una villa in quel sito. Molte le curiosità che Lo Jacono fa conoscere in questo suo ultimo pregevole lavoro, come l’appellativo “Mustazzola”, la scogliera antistante quei luoghi che viene così denominata ricordando un omonimo tipico biscotto locale.
Una costa sud che comprende, oltre Romagnolo, Sperone, Bandita e Acqua dei Corsari, con porticcioli che andrebbero tutti validamente riqualificati. Indagando poi tra le cause del degrado, si ricordano i vicini depositi di carburante, che hanno chiaramente deturpato la vista a mare con invasive cisterne e problemi di inquinamento non indifferenti. E ancora il depuratore generale della città, che non poteva trovare sistemazione peggiore, essendo stato allocato proprio in quel tratto di costa ad Acqua dei Corsari. Ci fu poi un momento in cui pareva più logico e opportuno che l’aeroporto fosse situato in prossimità del porto, della città e della sua costa, dando conseguente beneficio e lustro a tutto il territorio limitrofo e non solo, ma furono operate scelte diverse a livello politico.
È opera meritoria dell’autore avere ricordato queste nefaste scelte, auspicando un futuro migliore affinché non si perpetui in questo scempio. In tal modo si darebbe di certo un contributo notevole all’economia e non ultimo alla qualità della vita, in specie e non solo di questa parte importante del territorio urbano all’entrata del centro cittadino che ha sullo sfondo una stupenda scenografia.
Accurata e precisa l’analisi condotta dall’autore, che cita fonti documentali e archivistiche sulle quali ha condotto le sue ricerche. Non mancano altresì citazioni di storici, poeti e letterati (tra gli altri Giuseppe Pitrè e Giovanni Meli), che in passato hanno dato con i loro scritti ampie testimonianze della trascorsa piacevolezza della Costa del levante dipinta da celebri pittori (Michele Catti, Ettore De Maria Bergler) che l’hanno immortalata in diverse opere.
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studioso e appassionato di Storia e di quella della Sicilia in particolare
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