Rosa del tempo
- Autore: Rosanna Mutinelli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Una rosa per Rosanna. Rosa la protagonista, Rosae Crucis il segreto nel romanzo di Rosanna Mutinelli, il giallo escatologico Rosa del tempo, pubblicato alla fine del 2022 dalle Edizioni abruzzesi Solfanelli (collana Pandora, 207 pagine) del Gruppo Editoriale Tabula Fati di Chieti.
Pittrice, illustratrice e autrice di racconti e romanzi - quattro prima di questo - Rosanna Mutinelli vive in provincia di Verona e insegna discipline pittoriche in un liceo in città. Adora la natura e il silenzio, rispetta tutti gli animali, non consuma carne. Ha esordito nel 2007, con il romanzo Il Volto Barbaro, al quale presto si è aggiunto un secondo, l’historical novel All’ombra di Mastino, nel 2016, prima del graphic-novel Caterina, benedetta di grazie una fanciulla.
Dal 2011 ha pubblicato diversi racconti in antologie collettive e illustrato diverse copertine di romanzi e libri per bambini. Come pittrice ha esposto in Italia e all’estero.
Iconografa per passione, è attratta dal Medioevo, in particolare dall’arte e dalla musica. Ama tutto il passato, come conferma nell’ultimo romanzo proposto dalla casa editrice chietina. Fin troppo facile - e dopotutto confermato dall’autrice stessa nelle presentazioni - accostare a qualche ben identificato ispiratore il suo modo di scrivere, la decrittazione di codici, le atmosfere tenebrose in palazzi storici evocate dall’artista e scrittrice. Riconosce infatti di dovere tanto a Umberto Eco (la Rosa, evocata anche nel titolo) e al successo mondiale della narrativa esoterica di Dan Brown nei primi del 2000.
Il plot e il progetto del romanzo hanno dovuto attendere però il “tutti a casa” durante la pandemia, per trovare stesura ed editore.
Ma veniamo alla trama. Complici l’acquisto di un paio di occhiali e una serie di circostanze, la restauratrice Rosa Di Maggio si ritrova nell’ottocentesco palazzo della famiglia Flamel a Verona, a due passi dal Castello Scaligero e dall’Adige.
Sulla quarantina, esile e minuta ma con un timbro di voce e un tono sergenteschi che disorientano gli interlocutori, lavora a singhiozzo in una squadra di restauro capeggiata da un docente della facoltà di conservazione dei beni culturali. Manovalanza sottopagata, impegnata senza limiti di orario nel rifacimento architettonico di edifici storici dello Stato, fabbricati della Regione, ville comunali e interventi su affreschi e decorazioni parietali. Qualcuno degli operatori è contattato privatamente per ripulire-risanare tele, tavole e incisioni antiche.
Vive in sintonia, non sentimentale - la cosa li imbarazzerebbe, solo a pensarci - con un amico d’infanzia. Stessa laurea, stessa occupazione nell’equipe del prof. Nonfarma. È proprio a Giovanni, Giò per i conoscenti, che racconta l’incontro in casa Flamel con l’anziana signora Sophie e la nipote Anna, in un grande edificio che avrebbe tanto bisogno di restauri dappertutto.
Quanta storia sarebbe in grado di raccontare, sotto la polvere e la fuliggine che lo coprono, dopo anni di trascuratezza. Gli dice anche del portamonete smarrito o rubato (in strada l’hanno spinta in due, uno si è scusato, l’altro l’ha ignorata). Fatto sta che poi l’ha ritrovato nella cassetta della posta del suo appartamento fuori città, intatto e con tutti i soldi e documenti.
Insieme, riescono a decifrare a fatica una frase incisa a lettere maiuscole e minuscole, apparentemente a caso, sotto la balaustra di marmo della scala ottocentesca di casa Flamel.
LErSE I SeGGa SUnEI cANaLLa TReOS TRAcaS Alcs AID.
Non diamo la soluzione, ma c’è, dopo un ragionamento complicato.
La signora Sophie dice che di tanta gente passata per le scale in quasi due secoli, non sono in molti ad avere risposto al richiamo: ecco chi può mettere mano a quella casa:
Lei forse non crede nel destino, io sì.
Giovanni, che collabora ai lavori, è intimidito dalle due signore aristocratiche. Sophie, ieratica, solenne, inaccessibile. Anna, bionda, alta, algida, cortese, imperturbabile.
“Qui Rosacroce”, più di un segno convince Rosa che palazzo Flamel sia legato alla Fratellanza Segreta della Rosa e della Croce, costituita secoli fa. Nell’anno 1614, il primo manifesto, la Fama Fraternitatis, comparso misteriosamente a Kassel, ha rivelato l’esistenza di una confraternita fondata nel XIII secolo da Christian Rosenkreutz, al ritorno da un viaggio in Oriente. Diffondere nuove conoscenze e guarire i malati, gli obiettivi dell’Antico Ordine Mistico Rosae Crucis.
L’anno dopo, un secondo manifesto, la Confessio Fraternitatis, esaltando le potenti cognizioni acquisite dall’Ordine prometteva la riforma del mondo e il rovesciamento del Papato, accusato di negare la verità.
Il mondo si sveglierà dal suo sonno profondo e dalla sua indolenza, con un cuore aperto, scalzo e a testa scoperta, andrà incontro felice e gioioso al sole nascente.
Nel 1616, un terzo testo, “Le nozze chimiche”: il matrimonio tra un re e una regina in uno splendido castello. Spagna e Chiesa avevano attaccato e sconfitto il Palatinato nella battaglia della Montagna Bianca. Le nuove filosofie erano sembrate scomparire, ma la scientia non poteva morire.
Il racconto si apre verso un mondo (reale, irreale?), in cui ricorrono arcane pietre filosofali, Tutto Assoluto, Anima, Spirito, flusso alchemico, un passato e un presente che intrigheranno, sorprenderanno, conquisteranno chi legge.
È giusto chiudere citando Rosanna Mutinelli:
Io scrivo per vivere molte esistenze
Certo, è tutto piuttosto criptico, ma senz’altro aderente al romanzo. Soprattutto, non si può aggiungere altro.
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