Samurai
- Autore: Leonardo Vittorio Arena
Il libro presenta una documentata descrizione della storia dei samurai giapponesi, dagli albori del VII secolo alla deposizione dello shogun nel 1877.
L’autore ha optato per un’originale composizione, che prevede l’alternarsi della narrazione delle vicende storiche a passi romanzati, in cui cambia registro da quello della cronaca alla prosa, per descrivere le avventure dei suoi protagonisti.
Viene descritta la nascita della classe guerriera nipponica, le sue caratteristiche, le sue vicissitudini nella storia giapponese, la nascita dell’imperatore; la creazione dello shogun come vera figura che detiene il potere; la guerra del Giappone contro l’impero mongolo, che vede il suo culmine con la distruzione finale della flotta d’attacco del gran Khan, a opera di quella che diventerà la tempesta che salvò il Giappone dall’invasione, il vento divino, il kamikaze; la prima deposizione dello Shogun e il suo successivo reinsediamento al termine della guerra civile fra il XVI e il XVII secolo; la guerra contro i monaci del Buddha Amida, l’avvento dei cristiani e la loro successiva cacciata.
"Samurai" è una parola inevitabilmente collegata al Giappone. I samurai sono il Giappone, ne rappresentano l’essenza, la filosofia, la mentalità e la cultura.
Pur essendo una classe che intendeva porsi al di sopra delle altre, qualsiasi giapponese può vantare una porzione del suo essere collegata all’essere un samurai.
Il samurai è un personaggio capriccioso ma inflessibile, impetuoso ma contenuto. Sempre dedito al servizio della collettività, della sua famiglia e del suo signore, incarna comunque la manifestazione dell’individualismo più assoluto, che intende rimanere immortalato in una figura che possa sempre apparire onorevole e che riesca a trasmettere tale prestigio a coloro che gli sono vicini che, nell’essere esaltati, lo esaltano.
Ogni gesto, ogni pensiero della vita dei samurai è imperniato di una ricerca di perfezione che si raggiunge attraverso l’armonia, la quiete, lo stoicismo, il coraggio o anche la lealtà spropositata.
Il samurai è unico, perfetto, immortale, talmente eccezionale da diventare un’isola rispetto al mondo che lo circonda.
Come il Giappone: un’isola, piccola e povera di materie prime, ma in qualche modo autosufficiente, staccata culturalmente oltre che fisicamente dal resto dell’Estremo Oriente.
Un’isola che è rimasta tale ad oltranza, continuando ad essere un mondo a parte anche quando i portoghesi europei vennero alle sue porte per aprirla al mondo.
I signori della guerra giapponesi hanno preso quello che volevano e li hanno poi ricacciati, desiderando che nulla perturbasse lo stato delle cose in Giappone.
Così è stato fino al 1877, fino a quando l’America non ha deposto l’ultimo shogun, ultimo rappresentante di una classe guerriera che, per quanto fosse eccezionale, risultava ormai anacronistica e doveva cedere il passo al mondo moderno.
Ma l’anima samurai è rimasta.
Il Giappone resta una nazione enigmatica, aperta al libero mercato e al capitalismo più all’avanguardia, ma ancora possiamo vedere le antiche tradizioni di una volta rispettate da molti giapponesi che perpetuano i modi affettati e cerimoniosi degli antichi samurai.
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