Sangue del nostro sangue
- Autore: Claudio Bolognini e Fabrizio Fabbri
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
È il 1960. Il notabile democristiano Giovanni Tambroni ottiene dalle Camere la fiducia per formare il governo: i voti del Movimento Sociale Italiano, erede del disciolto Partito Fascista, sono decisivi. A 15 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, i fascisti si affacciano di nuovo all’interno dell’area governativa. Un insulto per la giovane democrazia italiana, in un Paese non del tutto fuori dallo shock del disastro bellico, determinato proprio dai disastri accumulati dal regime di Benito Mussolini. Le piazze insorgono, le manifestazioni si moltiplicano da nord a sud, nei piccoli centri come nelle grandi città.
Il 7 luglio, a Reggio Emilia, la locale Camera del Lavoro proclama lo sciopero: la Prefettura risponde vietando gli assembramenti pubblici, in compenso concede l’uso della sala Verdi del teatro Ariosto in piazza della Libertà, dalla capienza di 600 persone. Sono in 20.000 a rispondere all’appello: operai, partigiani, giovani, pensionati, contadini... Una folla arrabbiata ma al tempo stesso pacifica, che vuole solo esprimere un comprensibile dissenso. La reazione delle forze dell’ordine è violenta, il Prefetto e il capo dei Carabinieri ordinano la carica, gli spari dei mitra parlano per loro: sul selciato di piazza della Libertà restano cinque morti e ventuno feriti.
Sangue del nostro sangue (Red Star Press, 2020) è dedicato ai fatti di Reggio Emilia. Un omaggio ai caduti di quella giornata afosa (Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri, Afro Tondelli), un modo per riaprire una tra le pagine più oscure del nostro recente passato. Un libro che non solo prende in esame la storia di quel 7 luglio, ma offre qualcosa in più.
Lo scrittore Claudio Bolognini ai testi, il vignettista (e molto altro) Fabrizio ‘Bicio’ Fabbri alle chine: la scelta artistica cade su di una graphic novel, i fumetti sostengono una struttura che è quella di un romanzo. Le tavole di Fabbri posseggono un taglio cinematografico, i disegni sono corposi e al tempo stesso cupi, il bianco e nero si adatta a una narrazione serrata ed essenziale.
Dal canto suo, Bolognini racconta l’eccidio con gli occhi di un gruppo di ragazzini che assistono inermi alla mattanza. Che per loro resterà un trauma incancellabile, che li accompagnerà fino al passaggio alla vita adulta, fino a quando si ritroveranno, a sessant’anni dalla strage, a ricordare quel giorno terribile e a cementare una amicizia indissolubile. Ma la cosa peggiore, per quei ragazzini ormai con i capelli bianchi, sarà accettare il fatto che i responsabili della carneficina non sono mai stati condannati: assoluzione con formula piena fino all’ultimo grado di giudizio, questo il verdetto del Tribunale di Milano. Un’ulteriore ferita, mai rimarginata, che questo bel libro riporta alla luce. Sarà banale dirlo (e scriverlo), ma è importante non dimenticare. Bolognini e Fabbri, con Sangue del nostro sangue, ci aiutano a non farlo.
Sangue del nostro sangue. 7 luglio 1960: la strage di Reggio Emilia
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