Sardinia Blues
- Autore: Flavio Soriga
Una premessa è d’obbligo. Dovuta, imprescindibile, la constatazione che parlare di sardi e di Sardegna non è cosa da poco, tanto più nel sacro mondo dell’arte che, il più delle volte, poco riesce a dare e tutto riesce a togliere alle migliori intenzioni.
Flavio Soriga ci ha provato ed è rimasta l’intenzione. Quella di raccontare tutto ciò che non è Barbagia o Costa Smeralda o lo è tutto insieme; un pezzo di Sardegna aldilà delle bombe e delle sparatorie nella notte o delle patinate e artificiose notti estive note oltreoceano.
Tre ragazzi, tre uomini oramai, tre ex ballerine alle spalle, tre lauree non sfruttate ed un futuro perlopiù sull’onda criminale, si incontrano d’estate in un pezzo di mare sconosciuto dell’oristanese, con i loro sogni, i loro dubbi e aspirazioni.
Si incontrano senza sapere realmente che cosa vogliono, si conoscono da una vita loro, nel passato svariate esperienze in quella Londra ideologicamente, paesaggisticamente, socialmente anni luce distante dalla loro terra d’origine.
Un ex tossico, un ex parrucchiere, un talassemico che non può essere ex, tre ragazzi in balia di giornate uguali, di amanti di una notte o due, di grandi constatazioni e altrettanto grandiosi progetti. Tre ragazzi che si sentono ben distanti dai pastori venuti dalle campagne, spavaldi con il prossimo ma insicuri davanti ad una bella donna.
Il romanzo è francamente banale e poco rimane delle succitate intenzioni. Neppure una modesta forma di poesia, tutto appare frantumarsi nell’intento di raccontare con qualche volgarità storie malamente costruite; con lo snobismo di scrivere senza punteggiatura, perché tanto, poi, molto disastrosamente, si scopriranno essere pezzi ricopiati da appunti di viaggio del protagonista.
Sarebbe interessante poter finalmente parlare di un romanzo che ridia dignità alla Sardegna con quella immorale eleganza propria delle cose che si odiano e si amano allo stesso tempo, senza saper ben definire laddove inizi l’uno e dove finisca l’altro sentimento.
Questo romanzo rimane uno sfogo, una storia che pretende essere di metamorfosi ma che aldilà delle intenzioni fossilizza i personaggi in ruoli precostituiti. Ci pare di intravederli con il loro scheletro di cartapesta mentre si fanno grossi davanti alle ingiustizie della vita; quasi ci sembra di vederlo Licheri nei penultimi imbarazzati capitoli rivelare che il suo amico è morto e che ha trascritto lui le pagine, con un accento un po’ stentato e una recitazione da ultimo della classe.
Di retorica ce n’è tanta, purtroppo, eppure il romanzo aveva tutt’altro scopo, mostrare quello che non era ancora stato visto, scoprire un pezzo del mondo che nessuno si era preso la briga di conoscere.
Buoni i momenti in cui permette ai lettori di affacciarsi sul male della talassemia, male che affligge i sardi e pochi altri popoli e che il continente neanche immagina, belli quei momenti perché solo in essi potrebbe essere condensata l’unicità del racconto. Il male di vivere senza essere compresi, il dolore di una malattia che assilla una vita intera, un male portato in dote dalla Sardinia matrigna che mai vide di buon occhio il mescolamento di sangue non proprio, e che per una strana legge del contrappasso fa sì che solo grazie a tale mescolamento si continui a sopravvivere.
Ecco, se Soriga si fosse limitato a raccontare ciò che conosce davvero bene, forse questo romanzo non sarebbe stata la classica storiella di sbandati ragazzi di periferia che in tutti i luoghi sarebbero potuti nascere e non esclusivamente in quello di cui il libro si fregia nel titolo.
Sardinia blues
Amazon.it: 7,81 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sardinia Blues
Lascia il tuo commento