Screens Wide Shut. Cinema e massoneria
- Autore: Vincenzo Sacco
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Screens Wide Shut, il titolo del libro di Vincenzo Sacco (Rogas, 2018), rimanda al famoso film di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut, dove in molte sequenze sono presenti simboli e riti legati alla Massoneria. Tra questi, i riti iniziatici dei Liberi Muratori e la figura del sacerdote dal manto rosso seduto su un trono dove si nota uno dei simboli massonici: l’aquila bicipite sormontata da una corona.
Vincenzo Sacco, già autore di romanzi (Pornozeus e Il ragazzo che non voleva morire), è uno studioso e appassionato di cinema e in questo suo primo saggio ha indagato con precisione e competenza la filmografia che contiene elementi che richiamano l’universo massonico nei suoi tratti più essenziali e caratteristici.
È una materia inedita, che desta particolare interesse e suggestione per le similitudini palesi che si manifestano all’interno di due forme di interpretazione e rappresentazione della realtà, la massoneria e il cinema. Una dettagliata, precisa e obbiettiva ricerca compare in Screens Wide Shut, un saggio completo, unico nel suo genere, ricco di citazioni pertinenti, in cui si pone l’attenzione sui simboli massonici ricorrenti che si ritrovano in numerosa filmografia.
In molti film compaiono difatti, in maniera più o meno manifesta, simboli classici, quale la squadra e il compasso, sovente incisi in anelli indossati da alcuni interpreti. La cinematografia statunitense, per la forte tradizione massonica dei Padri Fondatori della Nazione americana, ha sempre avuto un atteggiamento di grande rispetto verso la Massoneria, al contrario di quanto avvenuto nel cinema di altri paesi, per le deviazioni di alcune logge.
Le sequenze cinematografiche raccontano una storia, ma tra le diverse immagini emerge anche un non detto che spesso è più eloquente di quello che viene detto. In questo aspetto si percepisce una comparazione con la massoneria. Un altro tema che accomuna cinema e massoneria è la teatralità, la spettacolarità che caratterizza cerimonie ed espressioni, quali i rituali e il vestiario.
Il libro è strutturato in tre diverse parti, in cui prima si accenna alla storia della massoneria, o meglio a come il cinema l’ha voluta raccontare, tanto quella leggendaria, quanto quella reale.
Si esaminano poi tutte le scene dei film in cui compaiono i simboli massonici nelle varie declinazioni di anello, spilla, etc. Non vi sono solamente il compasso e la squadra, ma anche altri simboli meno conosciuti e che solo in un secondo momento possono essere associati alla massoneria, come la piramide senza la cuspide sormontata dall’occhio veggente, presente nella banconota del dollaro USA. Il simbolo di un occhio dentro un triangolo è onnipresente nell’arte cristiana, rappresentando l’occhio di Dio nella Trinità.
Nella terza e ultima parte di Screens Wide Shut si fa una valutazione complessiva del rapporto tra cinema e massoneria, come passato precedentemente in rassegna. Si constata, tra l’altro, come spesso il simbolo della piramide e dell’occhio siano indebitamente associati a un’entità oscura, a un nemico potente e sconosciuto che manovra i fili dell’ordine mondiale e, quindi, a un simbolo negativo, a volte palesemente mostrato e altre volte “costruito” in maniera sapiente, associando immagini che si combinano ad hoc. Ne scaturisce una lettura fuorviante, che tradisce gli ideali di
“un ordine iniziatico antico di ispirazione illuminista che persegue, con ogni mezzo, il perfezionamento dell’umanità.”
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