Scrittori
- Autore: Antoine Volodine
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2013
C’è Kurlin che racconta l’orrore a delle bambole di ferro, e forse loro lo ascoltano persino. C’è lo scrittore-ostaggio di una coppia di schizofrenici, simbolo di una nuova sub-specie di umanità. C’è Mathias Olban che ogni notte gioca con la pistola e il suo suicidio, in preda a un disturbo ossessivo-compulsivo. C’è Maria Trecentotredici che tiene la propria conferenza sulla scrittura nella tenebra più assoluta, il buio che la circonda da quando è morta. C’è il genio incompreso Bogdan Tarassev che chiama Wolff ogni personaggio che inventa per i suoi racconti. E c’è, soprattutto, Linda Woo, che in trance, dal manicomio in cui è rinchiusa specula urlando sugli scrittori la cui “memoria è diventata una raccolta di sogni. S’inventano dei mondi in cui il fallimento è sistematico e cocente come in quello che voi chiamate mondo reale”.
Dentro “Scrittori” (Edizioni Clichy, 2013) c’è questo e molto altro ancora. Si tratta di un romanzo parcellizzato, a episodi, fratto e ricompattato di continuo, pieno zeppo di rimandi, manicomi, torturati e torturatori, carceri dure, afasie, fantasmi del passato (URSS) e altri della mente. E’ scritto da Antoine Volodine (superba traduzione dal francese di Didier Contadine e Federica Di Lella), prosatore possente e capace, che nella de-mitizzazione della figura dello scrittore-vate (o persino di quella dello scrittore-romantico, genio & sregolatezza) rintraccia il filo rosso delle sue trame, forse nel tentativo di ri-modularla. Quasi tutte le figure volodiane scrivono, infatti, loro malgrado (sono scrittori-analfabeti), dilaniati dai ricordi, ingannati dalla psicosi, atterrati dalla fatica, in uno scenario post-ontologico e post-fantascientifico (Volodine ha esordito con romanzi di sci-fi, a tratti si vede e si sente) in cui la vita è qualcosa di effimero, perennemente a rischio, per volere del caso, proprio, o altrui. Volodine governa la materia da romanzo con presa ferrea: è un autore-filosofo, poi - data la costante denuncia delle perversioni di Regime - è anche uno autore-civile.
E’ un autore acuto, cui non manca il sarcasmo per denunciare i tic dell’ambiente letterario, come in “Ringraziamenti”, costruito per intero sui cliché delle dediche, spesso appendice delle pubblicazioni. "Scrittori" è - ancora e in ultima analisi - un libro insolito, densissimo, controverso, dialettico, che disegna un macrocosmo fosco e alienato, ma al tempo stesso capace di aneliti di resistenza/insofferenza verso i gioghi ideologici imposti dal potere. Una lettura intelligente, da non mancare.
Scrittori
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