Secoli di storia di fede e di arte nelle chiese di Padula
- Autore: Elia Giudice
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
Le antiche chiese sono testimoni incessanti di fede e bellezza, un ponte tra la poesia terrestre delle opere umane e quella universale della nostra identità di uomini e di cristiani.
Elia Giudice è stato un sacerdote; docente per lunghi anni nelle scuole medie e superiori e un rigoroso e appassionato studioso delle tradizioni storiche, cultuali ed artistiche della sua terra natale. Ne è testimonianza il suo libro "Secoli di storia di fede e di arte nelle chiese di Padula" (Stampa editoriale, 2000). La storia delle chiese, d’altronde, nella loro molteplice dimensione di luoghi di culto, sacrari di vestigia passate e monumenti artistici capaci di sintetizzare i percorsi di secolari esperienze estetiche, “aiuta a comprendere quella delle città, e viceversa”, come osserva Cesare Marchi nella premessa al suo "Grandi peccatori, grandi cattedrali" (Rizzoli; 1987).
Ciò è tanto più manifesto nei monumenti risalenti al Medioevo, un’epoca remota e purtuttavia fondativa di tanta parte dei gesti e abitudini della nostra modernità, nella quale:
la casa di Dio era anche la casa degli uomini, e la sfera del sacro e quella del profano spesso coincidevano.
La storia della città di Padula, in provincia di Salerno, è in effetti principalmente una storia delle sue numerose e antiche, chiese. Basti pensare a San Nicola delle Donne, sull’antica Rocca, la cui fabbrica, risalendo ai secoli precedenti al Mille, è da considerarsi addirittura antecedente alla fondazione del primo nucleo abitato della città. Agli occhi del visitatore che per la prima volta giunge nel territorio del vallo di Diano, il centro antico di Padula compare d’improvviso, inscritto nella cornice suggestiva del monte Cornito, con l’effetto di un paese emergente dal profondo della Storia e la sua complessa topografia di quartieri concentrati ognuno intorno alla sua parrocchia: ognuno con il suo Santo patrono, il suo campanile e gli archi, i fregi, gli arredi sacri e la fabulosità lirica dei soffitti affrescati da onesti artigiani, tra i quali spesso è dato riconoscere la mano di un grande maestro.
Come sorelle legate dallo stesso vincolo della fede e della devozione, le chiese padulesi, seppur lontane nello spazio o nel tempo della loro costruzione, si rivelano unite e disposte in modo tale che da ognuna lo sguardo possa dilatarsi verso tutte le altre, rifrangendosi dalla concretezza del loro vissuto in un’avventura dello spirito, che, sembra confermare, nell’animo di chi osserva, la promessa di un miracolo operante nella vicenda umana.
Ricostruendo la storia di ogni tempio, descrivendone minuziosamente gli arredi, i tesori di oreficeria perfetta e i tanti preziosi manufatti che ne arricchiscono la già fenomenale capacità narrativa delle architetture paleocristiane, medioevali e moderne, Elia Giudice ne fa i pilastri su cui innestare il principio (agostiniano) della formosa veritas:
La via della bellezza è sempre stato un percorso lineare verso Dio, quasi a dire che il bello è divino. I tesori d’arte custoditi nelle chiese di Padula, ci aiutano a ritrovare l’armonia, lo splendore del bello, descrivendo un autentico cammino dalla bellezza alla Bellezza, dalle cose belle a Colui che in se stesso è bellezza infinita.
Completano il già ricco volume un’appendice storico-filologica sulla “vita religiosa a Padula nel ‘500, ‘600, ‘700” e uno splendido inserto fotografico, che illustrando alcuni dei tesori precedentemente descritti, scandisce l’equilibrio davvero felice tra diegesi ed epifanie istantanee che sostiene tutto il volume. Un ponte tra la poesia terrestre delle opere umane e quella metafisica e universale in cui rintracciare gli archetipi della nostra identità di uomini e di cristiani.
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