Sempre fiori mai un fioraio
- Autore: Paolo Poli
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2013
Il giornalista Pino Strabioli intervista Paolo Poli, il sommo del teatro, sempre sulfureo, ironico, politicamente scorretto, ma mai volgare. Un gioiello d’uomo.
Paolo Poli non rinuncia ai suoi impegni teatrali e Strabioli gli sta dietro., col sole o con la pioggia, tra attese e mangiate in trattoria.
Sulla scia dei ricordi Poli racconta i primi anni di vita, la sua infanzia per niente principesca.
"Quand’ero piccolo mangiavamo le robe dei poveri. I carciofi non c’erano mai.
Abitavamo in periferia, Firenze non si vedeva. Eravamo vicino alla stazione, la seconda, quella di Rifredi, ogni fabbrica aveva un attacco. Si sentivano le mucche
piangere, muggivano perché non volevano andare a farsi ammazzare, anche i maiali piangevano. Le bestie le macellavano il venerdì. Noi per mangiare compravamo le cose che costavano meno. Sono cresciuto a forza di polmone, lo cucinavamo con le patate e il pomodoro: quello che ora si dà ai gatti allora era bontà"
Paolo era già ai tempi sottile e elegante; grande lettore, nel libro dichiara il suo amore sconfinato per Madame Bovary. Ci sono gli indizi per una vita di talento che coinvolgeva anche la sorella Lucia. I soldi non li fece con il teatro ma con la televisione. Per il teatro:
"Nel 1966 feci Rita da Cascia. Voleva essere un’affettuosa ricostruzione. Un omaggio agli spettacoli che avevo visto da bambino alla parrocchia. Non c’era nulla di provocatorio nel vestire i panni della santa. Quell’anno ero poverissimo. Pauperrimo. Dovevo fare una cosa tutta su di me. Non potevo scritturare attori, pagare costumi e costumisti, scenografie e scenografi."
Ci sono poi i suoi amori per altri uomini: lui che spesso parla al femminile, ha avuto storie importanti e storie di una notte. La parola gay non è mai pronunciata, l’arte di Poli rende la parte romantico sessuale non edulcorata, ma come un’abitudine di vita.
"Amori veri mai avuti. Mi garbava uno che vedevo sul tram «... le rose che non colsi.» Sono come il poeta di Torino.
Amavo quelli con i quali non avevo mai parlato. Sempre avuto due condizioni separate: il sesso e il sentimento. Sesso praticato, sentimento meno. Non mi
piace l’affetto. La mamma non ci faceva carezze, non aveva tempo".
Racconta della Morante, di Moravia, delle scaramucce con Anna Magnani, l’affetto per la scrittrice Anna Maria Ortese.
Un’intervista che ti bevi in un fiato, anche qualora non si apprezzi Paolo Poli come attore.
Per i suoi seguaci, invece, questo è libro da tenere sul comodino.
- Per approfondimenti sulla biografia: http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Poli
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