Senza chiedere il permesso
- Autore: Lorella Zanardo
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2012
“Senza chiedere il permesso” è un libro dedicato prima di tutto ai ragazzi e alle ragazze che affronta il discorso della democrazia malata di un Paese che ha smesso di investire sui giovani e che vede oggi un tasso di disoccupazione giovanile, di abbandono scolastico e di analfabetismo allarmanti. Ma è anche un libro dedicato agli adulti che possono, apprendendo le tecniche necessarie e adeguate, essere cittadini attivi e critici nei confronti dei mezzi di comunicazione di massa.
Nuovi occhi per la TV è il titolo di un corso di formazione che l’autrice, Lorella Zanardo, ha portato nelle scuole della Toscana, Umbria, Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio e Trentino volto a fornire ai ragazzi e agli insegnanti strumenti di conoscenza del linguaggio per immagini e della comunicazione dei mass media, per comprendere la natura dei messaggi che ricevono e per collocarsi a una distanza critica e sviluppare un proprio giudizio, in modo da essere in grado di accettare o rifiutare quanto loro proposto per non subirlo passivamente.
“Senza chiedere il permesso” è un libro che ci riporta alle nostre responsabilità di fruitori dei mass media e che ci restituisce la dimensione di dignità di cittadino il cui comportamento può e deve influenzare i media e non il contrario. Inoltre pone i riflettori su una considerazione tanto scomoda quanto reale: la sopravvivenza della democrazia dipende proprio dalla capacità dei cittadini di tutelare i più deboli, coloro che non hanno gli strumenti per un contatto critico con i mass media. L’autrice evidenzia invece il disinteresse generale di tutta la popolazione nei confronti della situazione mediatica italiana. Non si parla mai del conflitto di interessi, della RAI che ha disatteso il proprio mandato educativo operando scelte come se fosse una emittente commerciale competitiva, dell’Auditel concentrato solo sulla quantità di spettatori e non sul reale gradimento dei programmi. Le emittenti televisive, pubbliche e private, non si distinguono più le une dalle altre ma viaggiano tutte sulle rotaie della conquista del pubblico, affinché gli sponsor, soddisfatti dai dati d’ascolto, investano maggiormente. Ed ecco che tutto diventa lecito, anche la spettacolarizzazione dei sentimenti, la deumanizzazione delle persone, l’utilizzo di stereotipi e la denigrazione del genere femminile ridotto ad oggetto, argomento quest’ultimo già affrontato da Lorella Zanardo nel suo documentario Il corpo delle donne visto da 5 milioni di persone on line.
Nella prima parte del libro l’autrice analizza e riflette sulla realtà della comunicazione di massa in Italia divenuta sempre meno etica e sempre più legata alle leggi del mercato pubblicitario che appiattisce da un punto di vista culturale l’informazione prodotta dai mezzi di comunicazione. I dati dell’analfabetismo della popolazione adulta italiana sono disarmanti:
“cinque italiani su cento non sanno distinguere una lettera dall’altra, trentotto lo sanno fare ma riescono a leggere con difficoltà una scritta e a decifrare qualche cifra. Trentatrè superano questa condizione ma qui si fermano (…) Solo il 20% della popolazione possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi nella società contemporanea”.
La televisione spesso è il canale relazionale con il mondo, il canale informativo maggiormente seguito, ma quelli che avrebbero gli strumenti per una visione critica la tengono spenta, mentre resta accesa in più stanze della casa per quelli che non possiedono tali strumenti. Perché nessuno si cura di tutelare queste persone?
Nella seconda parte del libro l’autrice fornisce delle indicazioni semplici e dirette per educarsi a una visione dei media organizzata e critica fornendo degli esempi concreti e molto utili.
“Se qualcosa ti danneggia, ti offende, non lamentarti: fai qualcosa per cambiarlo. È questo il messaggio che cerchiamo di lasciare a tutti”.
Lorella Zanardo richiama all’ordine gli adulti che dovrebbero essere una fonte di ispirazione per i giovani di oggi e pensa che basterebbe l’impegno di dieci anni, per costruire un ponte sulle macerie che la nostra generazione ha contribuito a produrre, solo dieci anni affinché i giovani di oggi siano adulti e in grado di non chiederci più il permesso e di fare a modo loro. Tuttavia richiama all’ordine anche i giovani:
“Di fronte a voi c’è lo schermo, che sia della tv o del pc non importa, è un mezzo di conoscenza insostituibile. Ma siamo noi a doverlo dominare, non viceversa. Usiamolo al meglio, ma che nessuna prigione limiti la vostra potentissima fantasia, che nessuna gabbia si materializzi dagli schermi per richiudere la vostra immaginazione. Dopo toccherà a voi. Quando sarete pronti andate”.
Insomma adulti e giovani chiamati a collaborare affinché si spezzi la passività con cui oggi si entra in contatto con l’informazione, per creare una modalità più attiva e critica nei confronti dei mass media, vera chiave di volta della democrazia, perché cambiare si può, senza chiedere il permesso.
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