Senza identità. Le origini
- Autore: Ramòn Tarrès
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2015
“Nelle più ricche famiglie di Spagna crescono bambini mai nati”
Il dottor Vergel è un uomo di successo. Enrique è un uomo spregevole. Il dott. Enrique Vergel è uno spregevole uomo di successo. Sui teleschermi ed ora in libreria, abbiamo a che fare con il ginecologo più famoso di Spagna. Lo ha reso popolare la sceneggiato televisivo di culto “Sin identidad”, approdato anche in Italia nel 2014-15 su Canale 5 e giunto alla seconda stagione tra dicembre 2015 e gennaio 2016. Il suo autore, lo sceneggiatore Ramòn Tarrès, ha voluto proporre l’antefatto della fiction in un volume pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer, “Senza identità. Le origini” (dicembre 2015, 242 pagine, 17,90 euro).
È un prequel, che riporta alla fine degli anni Ottanta e nel quale un quarantaquattrenne Enrique è un ginecologo molto attivo, molto ambizioso, molto cinico. Disposto a tutto per il successo. Elisa, la moglie, è ancora viva, sebbene sedata costantemente, mantenuta in uno stato semi-letargico (si leva solo per andare in bagno e prendere i pasti). Ma, soprattutto, Maria è appena quattordicenne, in piena fase puberale, alle prese con la prime scoperte dei maschi e in particolare del tutto ignara del passato suo e della sua famiglia. Non è ancora la bella e vendicativa protagonista della fiction, Maria Fuentes Vergel, alias Mercedes Dantès, che anche nello pseudonimo incarna il Conte di Montecristo, al quale la spietata figura femminile sembra decisamente ispirarsi nello sceneggiato sul piccolo schermo.
Il primo che si incontra nel libro è proprio un maturo ma ancora giovane Enrique Vergel, già buon ginecologo di fama locale, ma non ancora l’ostetrico nacionàl, il luminare della medicina iberica che diventerà. Come sempre, da anni, la festa di compleanno in villa della nipote Maria è l’occasione per incontrare amici, genitori delle compagne della ragazzina – tutta gente bene – e persone che contano, invitate appositamente. Il ricevimento per piccoli e grandi attorno alla torta della figliola della sorella Luisa è un’occasione per condurre affari e scalare la società spagnola. L’ambulatorio ginecologico al 50% col dott. Cardona gli sta stretto, sogna una clinica a Madrid.
Nel programma del futuro, la moglie guasta la sua immagine. Tiene Elisa sotto sedativi da quando è morta la sorella Beatriz. Lo accusava di averne provocato il suicidio. Il fatto è che ha perfettamente ragione. È stato lui ad assistere durante il parto la puerpera, appena diciassettenne e a farle credere che il bambino fosse nato morto, cosa che l’aveva spinta alla depressione e a togliersi la vita. Invece Vergel aveva venduto il bebè ad una famiglia di Barcellona, perché il dottore è il cervello del traffico di neonati che si svolge segretamente nel Convento della Virgen del Remedio.
Questo medico in carriera è un gran farabutto, un uomo senza scrupoli e senza onore. La moglie è un ostacolo, ma la reclusione ala quale la costringe non gli impedisce di mantenere una relazione con una ragazza più giovane di lui di tredici anni, liaison tollerata dal ricco padre di lei. Don Eugenio Otamendi sa bene che Vergel è in intimità con Eugenia, ma non può accettare di finanziare un ospedale dell’amante della figlia: amore e affari non possono andare insieme, non siamo in una telenovela! Prima vuole il divorzio, ma Enrique non è in grado di garantirlo e ricorre ad una pressione psicologica: minaccia di lasciare l’innamoratissima Eugenia e di far ricadere sul padre il dolore della figlia.
Lo psico-ricatto non riesce. L’impresario Otamendi se ne va infuriato.
Vergel sa che la morte di Elisa risolverebbe tutto, mentre con lei in vita non troverebbe che porte sbarrate. Ha paura però di restare solo. Anche i poco di buono possono patire debolezze e rivelare qualche limite.
Elisa si aggrava. Viene ricoverata in clinica. Intubata, collegata alle macchine, spira sussurrando a Luisa: E’ stato lui.
“Tuo fratello mi ha ucciso”
Chi ha seguito la fiction potrà capire perché a questo punto sia vietato andare oltre, per non rovinare l’effetto a quanti – soprattutto a quante - si accostano invece alla vicenda solo attraverso il libro. Non si può scrivere una parola di più.
Senza identità. Le origini
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Senza identità. Le origini
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