Seppellitemi dietro il battiscopa di Pavel Sanaev

“Mi chiamo Savel’ev Saša. Faccio la seconda elementare e vivo con la nonna e il nonno. La mamma mi ha scambiato con un nano succhiasangue, appendendo al collo della nonna una croce di quelle belle grosse. È dall’età di quattro anni che ci sto appeso.
Ho deciso di cominciare raccontando del bagno. Sarà molto interessante, vedrete. Il bagno a casa della nonna era una procedura complicata, ve ne accorgerete subito.”

Già, il bagno. Fare il bagno è infatti per Saša un’operazione davvero complessa che cominciava tuttavia “in modo abbastanza innocente”: la stanza riscaldata con una stufetta elettrica che, non appena la nonna batterà le mani, verrà istantaneamente tolta dal nonno; l’acqua della vasca riscaldata esattamente a 37,5 gradi; due sedie posizionate in bagno: la prima sulla quale si siederà la nonna e la seconda sopra la quale Saša dovrà stare in piedi per farsi asciugare evitando rigorosamente di toccare coi piedi le piastrelle fredde del pavimento tempestate da pericolosi spifferi d’aria; ed alla fine di tutto ciò, l’intramontabile e perenne calzamaglia 100% lana da infilare alla velocità della luce per non prendere freddo!
Non è poco per un bambino che dall’età di quattro anni vive nel bilocale dei nonni a Mosca, ha lo strafilococco aureo (?) e la sinusite mascellare (??) e soprattutto deve sottostare alle rigide nonché strampalate regole della nonna Nina.

Tutto questo e moltissimo altro ancora in “Seppellitemi dietro il battiscopa” di Pavel Sanaev (Nottetempo, 2011), uno spassosissimo romanzo interamente basato sull’infanzia di Saša, nonché fortunato caso editoriale in Russia (più di 500.000 copie vendute dalla prima edizione russa del 2003). Questo grande successo in lingua originale è dovuto al fatto che nel romanzo vengono descritte con ironia ed arguzia numerose abitudini e tradizioni presenti durante l’epoca dell’ex Unione Sovietica, trasportando pertanto i lettori russi a quell’infanzia così lontana nei modi ma altrettanto vicina nel tempo. Un vero libro di culto per tantissimi ex bambini sovietici, dunque.

Ogni capitolo tratta di un episodio e di un’avventura particolare, raccontate in prima persona da Saša, rendendo pertanto la lettura fresca e piacevole anche quando i dettagli si tingono di una tragicità comica ai limiti dell’inverosimile. Il sanatorio, il cantiere edile abbandonato, le dolci visite mensili della mamma, i sogni rocamboleschi, le malattie e le visite specialistiche imposte dalla nonna. La fanciullezza di un bimbo moscovita in poco più di 280 pagine.

Ultima nota di merito: “Seppellitemi dietro il battiscopa” ha ricevuto il Triumph Prize nel 2005 ed è stato nominato per il Russian Booker Prize nel 2007. Nulla di cui stupirsi per una consigliatissima lettura!