Sereno su gran parte del paese. Una favola per Rino Gaetano
- Autore: Andrea Scoppetta
- Genere: Musica
- Casa editrice: Becco Giallo
- Anno di pubblicazione: 2009
Dieci anni (scarsi) di cantautorato attivo, un Sanremo e una manciata di dischi appena sono bastati a Rino Gaetano per ritagliarsi un ruolo (che conta) nella storia della canzone d’autore. Sarà per l’aura mitologica che, di solito, segue le morti tragiche & premature, sarà (soprattutto) per il taglio accattivante delle sue canzoni e per i testi venati da malinconica ironia, ma a dire che Rino Gaetano è stato uno dei tanti che ci hanno provato per mezzo di voce & chitarra, si commette peccato di lesa maestà.
Rino Gaetano è stato (è) - anzi tutto - un cantautore senza antesignani, né eredi. Un uomo, un saltimbanco, un artista, controcorrente, un estroso, un proletario senza parrocchie, un dialettico: sognatore e feroce, verista e surreale. Nell’Italia colpita da apparente benessere ("spendi, spandi, effendi") e dalle P38, un giullare, forse, ma di nessuna corte. Distante dal cerchiobottismo del messaggio politico (non a caso: "DC, PSI, PRI, PCI…nuntereggae più"), un provocatore, un “situazionista”: il situazionista della canzone italiana. Ma forse - come Andrea Scoppetta (nel suo “Sereno su gran parte del paese. Una favola per Rino Gaetano”) - occorrerebbe prima partire dal cane, come metafora e subito dopo dal caimano nero (“che beve petrolio alle tre”), il suo contraltare in senso capitalistico-efferato. La surrealtà della discografia gaetanesca resta, nel complesso, di facile traducibilità e se risulta profetica in fondo è perchè in Italia - da che Storia è Storia - non cambia niente (e a sparare nel mucchio finisci sempre con il prenderci).
Avete presente quelle vignette delle riviste di enigmistica, dove la sfida consiste nell’individuare i particolari nascosti? Ebbene, questo graphic novel (edito da Becco Giallo) sul cantautore con cilindro & chitarrina me le ha ricordate quasi per libera associazione. Faccio un po’ di conti in punta di memoria: tra quanto espresso a chiare lettere e disegni o soltanto suggerito via alter ego canini e diverse altre antropomorfie, tra le strisce poetico-citazioniste di Scoppetta ho riconosciuto le seguenti tracce di vita & canzoni gaetanesche: il “maschiaccio libidinoso e coglione” di “Spandi, spendi effendi”, il “Barone”, le carte, la “birra bianca in lattina”, il “60 notturno”, “Gianna”, una storia d’amore, lo scontro mortale, ufo, messicani e sirene sotto un cielo, naturalmente, “sempre più blu”. E - dimenticavo - anche il riferimento al Pinocchio di Carmelo Bene (Gaetano vi recitava nel ruolo della Volpe).
Bravo Scoppetta a non cadere nella retorica del biografiamo canonico, originale per la scelta del focus, capace di tenere insieme i molteplici intrecci di una storia (nella storia) per grandi e piccini, con i crismi della parabola (ma davvero “il caimano” che fa carriera a via di mazzette, veline e yes man, non vi ricorda nessuno?). Un po’ come accade(va) in alcuni sberleffi per musica e parole alla Gaetano (per l’appunto).
Se amate il fumetto intelligente e quel poco che resta di intonso del cantautorato “classico”, “Sereno su gran parte del paese” è un libro da recuperare (è del 2009), rileggere, comunque da non mancare nel modo più assoluto.
Sereno su gran parte del paese. Una favola per Rino Gaetano
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