Sette giorni di grazia
- Autore: Carla Gracia Mercadé
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2016
“Sette giorni di grazia” (Salani 2016, titolo originale Siet dies de gracia, traduzione di Sara Cavavero) è il romanzo d’esordio in corso di traduzione in tutta Europa dell’autrice spagnola laureata in Scienze della Comunicazione, che ha conseguito un MBA internazionale in Gestione e Risoluzione dei conflitti, Carla Gràcia Mercadé, docente di scrittura creativa a Barcellona.
L’autrice dedica il testo
“Alle mie nonne Vincenta e Lolita, perché il loro dolore termini qui”
ma il romanzo storico è un omaggio a tutte le donne, al loro coraggio, ardimento e abnegazione.
Barcellona, primi giorni di aprile del 1870. Nel quartiere di Gràcia covava la rabbia sotto la cenere a causa dell’arruolamento forzato tramite sorteggio che penalizzava gli uomini appartenenti alle classi sociali più disagiate, perché era consentita l’esenzione dal sorteggio sotto pagamento. “El Telégrafo” scriveva che la città catalana era attraversata da dubbi, congetture e perplessità. Marianna, anzi “Herbetes”, l’Erborista, perché conosceva i segreti e le proprietà delle piante e le usava per curare e guarire le persone che si rivolgevano a lei, era uscita dal laboratorio proprio quando il campanile di Gràcia aveva suonato le nove e un quarto di sera. La giovane si era diretta al Cafè de la Victoria affollato dal fumo dei sigari e dalla gente. Il popolo era arrabbiato, troppe false promesse, troppi inganni nei confronti di chi non era in grado di far valere i propri diritti.
“Abbasso le imposte di consumo! Abbasso il reclutamento!”.
Mentre c’erano donne come Amalia, pronte a lottare, perché stufe di stare zitte nel vedere
“che i ricchi, che possono permetterselo pagano il contributo e si liberano dal sorteggio senza nessun problema”
altri come Tomeu che aveva vissuto troppe guerre per poterle raccontare, cercava di sedare gli animi. Ma forse non era meglio una morte coraggiosa piuttosto che una vita piena di paure? Il vento della rivoluzione stava per travolgere la Catalogna e la sua città principale, un vento che sarebbe durato sette giorni e che avrebbe visto protagoniste sulle barricate le donne. Una leggenda narra che a Barcellona nel 1870, all’epoca della Rivolta delle Quinte, una donna umile, incarnazione del Popolo con la p maiuscola, passò un giorno intero a tirare le corde delle campane di Gràcia, facendole suonare senza sosta. Le forze militari non osavano muoversi per timore della grande Rivoluzione che il rintocco dalla campana faceva presagire. Quando i ribelli erano ormai dall’altra parte della montagna, le campane di Gràcia continuavano a suonare. La rivolta, nata in modo spontaneo in diverse città spagnole, in Catalogna fu estesa e sanguinosa, i fatti narrati nel testo si basano su documentazione bibliografica, sul diario lasciato da Francisco Derch e anche sulle informazioni che, giorno dopo giorno, venivano trasmesse dai principali giornali spagnoli e catalani. Molto ben descritte le figure femminili tra le quali spicca Marianna, protagonista di una travagliata storia d’amore, adottata in tenera età dalla facoltosa famiglia Lledo’, la quale non esita un istante nel porsi al fianco di chi soffre e combatte per i propri ideali.
“Chiunque, per quanto umile sia, ha, in questo mondo, non solo la propria storia, ma anche la propria preistoria”. Victor Català, “Mosaic”.
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