Siberia
- Autore: Luciana Vagge Saccorotti
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
La Siberia è una distesa a perdere di bianco e chilometri, un’interpunzione di cielo e latitudini. Stando all’etimologia mongola è una “terra che dorme”; un gigante addormentato in territorio russo: dai piedi degli Urali fino al Pacifico. Dalle catene dei monti Altaj e Saiani alle rive del mare Artico.
La Siberia come (s)confinato interludio della storia, come incrocio di destini, e ancora animali da pelliccia, razze di lingua strana, vuoto, bellezza, sciamanesimo, leggenda.
Luciana Vagge Saccorotti (ricercatrice e studiosa dei popoli aborigeni artici) ha dedicato un saggio ammaliante a questo oltre meta-geografico. Si intitola – in modo lapidario - “Siberia” (Edizioni Oltre, 2018): qualcosa di molto prossimo all’apologia poggiata su evidenze. Un saggio narrativo. Uno studio antropologico poggiato su mito e storia. Una disamina appassionante, di coinvolgente forza evocativa, sulla scorta della leggenda Nanayci che “apre” l’excursus del libro:
Un tempo c’erano tre soli e tre lune. La gente di giorno rischiava di morire, accecata dalla troppa luce e soffocata dal troppo calore. Di notte, il gelido biancore delle tre lune si divertiva a tormentare le palpebre degli uomini, impedendo loro di dormire. Allora, per salvare l’umanità, un eroe abbattè con il suo arco le due lune e i due soli di troppo, e quell’eroe divenne il primo sciamano. Ne seguì un’era di grande prosperità, ma gli uomini si moltiplicarono in maniera eccessiva. Lo sciamano dovette allora porre rimedio a questa esuberanza dando lui stesso l’esempio della morte
(pag. 37).
La scrittura di Luciana Vagge Saccorotti ha lo stesso nitore del bianco che abbacina la estensioni glaciali della Russia settentrionale, longa manus di una Siberia imprescindibile luogo dello spirito.
Siberia
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