La Sicilia dalle infinite perle
- Autore: Rino Cardone
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2003
“La Sicilia dalle infinite perle” (Casa Editrice Bahà’i, 2003) di Rino Cardone ripercorre l’esistenza della Comunità Bahà’ì in Sicilia dal 1953 al 2003. Dopo il cristianesimo la fede Bahà’ì è una delle confessioni spirituali più diffuse nel mondo. Il saggio dello scrittore, poeta, giornalista e critico d’arte Rino Cardone ci racconta come la Sicilia si apre a questa fede.
Già nel 1912 il figlio del fondatore, Abbas Effendi, chiamato Abdu’l-Bahà in un viaggio verso gli Stati Uniti a bordo del transatlantico Cedric attraversa lo Stretto di Messina e vede la magnificenza dell’Etna. Verso la quale
“ebbe parole di pace, invitando gli esseri umani a smettere i panni logori della guerra e delle ostilità”.
“La Sicilia dalle infinite perle”, suddiviso in due parti, dedica la prima proprio all’attraversamento dello Stretto di Messina e alle altre volte che Abdu’l-Bahà percorse il Mediterraneo. Dedica, invece, la seconda arte, ben nove intensi capitoli, alla diffusione della fede Bahà’ì in Sicilia attraverso fatti, avvenimenti e soprattutto personaggi che hanno avuto un ruolo significativo per tale fenomeno.
La prima credente Bahà’ì a mettere piede in Sicilia, dopo i rapidi e fugaci attraversamenti dello stretto di Abdu’l-Bahà, è stata l’americana Emma Mandell Rice che, dopo un brevissimo soggiorno a Palermo, si stabilì a Taormina. Era il 1953 e molti credenti Bahà’ì, da alcuni anni, si trasferivano in Europa scegliendo come dimora luoghi turisticamente conosciuti. Certamente comunque a spingere Rice a scegliere Taormina fu anche la sua cara amica Angeline Westergreen Giachery. Tesi avvalorata anche dal fatto che a Taormina vivevano i coniugi Guido Giachery e Lilly Daneu, parenti del marito di Angeline. Emma Mandell Rice, donna generosa, si inserì molto bene nella cittadina ionica che accolse e raccolse altri residenti che
“si prostrarono davanti a Dio e dichiararono la loro Fede in Bahà’u’llàh”.
Furono proprio i Giachery, eleganti, raffinati, di nobile casata, a sostenere e diffondere la Fede Bahà’ì in una Sicilia che lentamente si stava modernizzando. Un ruolo essenziale nella diffusione della Fede Bahà’ì in Sicilia lo hanno avuto anche Neva Ambrogetti, Teresa Taffa, Mario Piarulli, Alessandro Bausani, Paolo Morisco e Velda Soldateschi affiancati dal giovane Gerry Bagley, dai coniugi Vahid Tehrani, da Ramtìm Roshan, morto prematuramente in un incidente stradale, e da sua moglie Katia.
Oggi la comunità Bahà’ì in Sicilia conta oltre cinquecento adepti, con Assemblee Spirituali presenti in quasi tutte le città dell’isola.
La seconda parte di questo volume che ci ha fatto scoprire una Sicilia inedita, parla, in maniera molto diffusa, dei Cavalieri di Bahá’u’lláh, coloro che su invito di Shoghi Effendi, pronipote di Abdu’l-Bahà, hanno aperto un territorio vergine come la Sicilia alla conoscenza della Fede Bahà’ì; delle Mani della Causa di Dio, figure dalle doti profondamente spirituali; e delle varie forme amministrative della Fede Bahá’í che portano il nome di Casa Universale di Giustizia, di Corpo dei Consiglieri Continentali, d’Assemblee Spirituali e di Consigli Ausiliari.
“La Sicilia dalle infinite perle” di Rino Cardone è un saggio attentamente documentato e curato che ci mostra non solo la storia della fede Bahà’ì in Sicilia ma anche e soprattutto alcuni eventi che rivestono un’importante rilevanza storica per tutta la società siciliana.
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