Silence di Natasha Preston

“Silence” di Natasha Preston è il primo libro della serie “Moments of silence” uscito in Italia il 1 Giugno grazie alla casa editrice Newton Compton. Un libro che tratta un argomento molto delicato e una storia intensa che fa emozionare.

Oakley ha smesso di parlare all’età di cinque anni, nessuno ne conosce la ragione anche se i familiari pensano che possa aver subito un trauma emotivo, dal momento che fisicamente non ha niente. Lei comunica solo con i gesti e per questo suo modo di essere la scuola diventa un incubo; derisa dai compagni, Oakley deve affrontare ogni giorno il tormento di essere vista come un essere diverso. Ma c’è un amico fidato accanto che non la perde mai di vista, Cole. Loro sono cresciuti insieme, sin da bambini non si sono mai separati e lui la capisce meglio di chiunque altro.

“Il Silenzio ha logorato tutta la mia vita. Ha cancellato cose che non sarei mai riuscita ad esprimere. Dal mio silenzio dipendeva la felicità della mia famiglia. Il Silenzio era la mia prigione.”

Cole è un bel ragazzo, vive la sua vita come tanti coetanei e il fatto che la sua migliore amica non parli non la rende diversa ai suoi occhi. Lui pensa che quando sarà il momento lei cercherà il suo aiuto e forse parlerà di nuovo.

“Era incredibile come un silenzio assoluto potesse dire tanto”.

Ma la loro amicizia piano piano si trasforma e cresce; il loro affetto diventa amore, un amore forte e passionale. Oakley si sente al sicuro tra le braccia di Cole e poi lui non la vede diversa, per lui è sempre la stessa persona.

“Non mi sentivo bellissima, ma sapere che per lui lo ero significava tutto per me”.

La storia narrata in “Silence” è molto bella, nonostante affronti un tema molto delicato, Natasha Preston riesce a dare una chiara visione dell’accaduto nelle sue descrizioni minuziose e poi c’è la storia d’amore tra i due personaggi che fa battere il cuore. L’ho trovato molto bello.

“Dobbiamo sopportare meglio che possiamo. Lottiamo per essere persone migliori, più comprensive, più forti. In fin dei conti ci tocca resistere finché non ci verrà voglia di cambiare, e dobbiamo rassegnarci al fatto che non siamo esseri umani perfetti col pieno controllo sulle proprie vite.. nonostante i desideri dei nostri stupidi cuori”.