So big. Una storia americana
- Autore: Edna Ferber
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BUR
- Anno di pubblicazione: 2012
“Quanto è grande il mio bambino?” chiedeva giocosa Selina. “Quanto è grande il mio ometto?”. Allargando le piccole braccia, Dirk DeJong rispondeva sorridendo a sua madre “So - o - o big!” e questo insolito soprannome “gli rimase appiccicato addosso fino quasi ai dieci anni. Per liberarsene dovette letteralmente combattere”.
La straordinaria figura di Selina Peake DeJong è la rappresentazione del perfetto esemplare del sogno americano, di tutte quelle opportunità che il Grande Paese da sempre è capace di offrire a chi possiede uno spirito indomito, coraggioso e volitivo. Melania G. Mazzucco, nella bella Postfazione intitolata Una donna pericolosa, tra le altre cose precisa che Edna Ferber, prolifica e illustre autrice statunitense di origine ungherese nata nel 1885 e scomparsa nel 1968, narrando la vita di Selina “voleva scrivere il grande romanzo americano” nel quale “l’America non è solo l’ambientazione, ma il soggetto stesso”. Attraverso le umane vicende di Selina “via via bambina felice, orfana, maestra, sposa di un flemmatico agricoltore, ortolana ambulante, donna d’affari, imprenditrice”, la scrittrice “racconta, infatti, l’epopea dei contadini olandesi delle campagne intorno a Chicago” e per contrasto “il capitalismo selvaggio degli anni Dieci” dove la capitale dello Stato dell’Illinois appare come “un gigante d’acciaio orribile e magnifico allo stesso tempo, imponente, ruggente e torrido, grintoso e urlante”. Il padre di Selina, l’affascinante, ludico e affabulatore Simeon Peake di professione giocatore d’azzardo amava sempre ripetere alla figlia che la vita era “tutta una grande avventura”. Selina l’aveva scoperto presto quando una volta rimasta orfana a soli diciassette anni d’età aveva accettato l’incarico d’insegnante presso "la scuola olandese di High Prairie, dieci miglia fuori Chicago, una regione tutta olandese dove le persone erano fredde ma gentili, sospettose ma generose. Diffidenti verso i cambiamenti, ma decise ad avanzare con la sola forza della parsimonia e del duro lavoro”. Selina non si era persa d’animo, perché possedeva dentro di sé “l’amore per le opportunità inculcatole dal padre”. Il matrimonio con Parvus DeJong, gigante buono “ma privo della minima ombra di intraprendenza o entusiasmo”, aveva fatto nascere in lei l’amore per la terra e per i frutti che sa donare.
“Negli occhi aveva l’espressione decisa di chi cammina sempre proiettato in avanti per la fretta”.
Rimasta vedova a dirigere una malridotta fattoria nella prateria a volte ostile dell’Illinois, in sette anni di lavoro inarrestabile aveva trasformato il podere in un luogo fertile e rigoglioso. “Selina DeJong aveva poco tempo per le dimostrazioni d’affetto. Aveva sempre il lavoro alle calcagna”, ma nonostante ciò tra madre e figlio da sempre “fremeva e vibrava un’aura, un bagliore che conferiva a ogni cosa un alone di mistero, bellezza, radiosità”. La donna aveva come luce guida il futuro di Dirk, il suo avvenire nel quale So Big avrebbe dovuto sempre seguire la bellezza cioè quell’espressione di se stesso, indispensabile per realizzarsi ed essere felice.
“... c’era qualcosa di maestoso in lei, di intenso e di profetico. Erano la maestosità e la ricchezza che provenivano dalla realizzazione”.
Questo è il messaggio di un romanzo da riscoprire pubblicato a puntate fra il dicembre 1923 e il marzo 1924 su Woman’s Home Companion, la rivista più venduta allora negli USA, con il titolo Selina. Quando il volume uscì in libreria nello stesso anno vendette 320.000 copie in pochi mesi e rimase 16 settimane nella lista dei best seller del New York Times. Da sottolineare la motivazione del Premio Pulitzer assegnato a So Big nel 1924 apprezzato perché “celebrava la necessità della bellezza - la vita, lo spirito, non il successo materiale”.
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