Sole nero. Il gotico meridiano dell’ottocento italiano
- Autore: Francesca Saggini
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2020
In poche parole: il romanzo gotico è un genere narrativo che poggia su elementi romantici e dell’orrore; i suoi ambienti sono costituiti da dimore in rovina, sotterranei, luoghi caliginosi, ambienti tenebrosi, cose così. Il genere è spiccatamente anglosassone (Horace Walpole, Il castello di Otranto, 1764), ma la sua eco ha contato proseliti sotto diverse latitudini. Italia compresa. Sole nero. Il gotico meridiano dell’ottocento italiano è il saggio smilzo ma spesso di contenuti, che lo comprova. Lo firma per le edizioni La Vela Francesca Saggini, specialista di letteratura inglese incline alle incursioni nei territori del fantastico letterario (The Gothic Novel and the Stage, Transmedia Creeatures, Il fantastico in salotto. Dentro al Fantastico dell’Ottocento).
Per chi fosse neofita, o digiuno dell’argomento, il suo nuovo testo potrebbe riservare non poche sorprese. La prima sta nell’assunto-base che si rifà alla nota da cui abbiamo mosso: il Gotico non è pertinenza esclusiva dei paesi anglosassoni. A dispetto della vulgata che la vorrebbe pedissequa al Grand tourists o all’antiquarianismo nostalgico settecentesco, anche l’Italia ne subisce la fascinazione. Prima ancora che la Scapigliatura (anni Sessanta dell’800) ne conclamasse i richiami, già Manzoni e Collodi (per dirne due), ispiravano ai canoni gotici parte dei loro Fermo e Lucia e Pinocchio. Si rivedano, nel primo caso, gli episodi “lugubri” della peste a Milano (la morte di Don Rodrigo) o la fosca vicenda della Monaca di Monza; nel secondo, una messe ancora più corposa di influenze gotiche. Considerati i climi nel complesso umbratili della favola di Pinocchio e di come il suo corpo sia, tra le pagine, fatto oggetto di una serie reiterata di torture e maltrattamenti (inghiottito dal pescecane, impiccato dal Gatto e la Volpe, incatenato da un contadino, trasformato in asino nel Paese dei balocchi, minacciato di morte da Mangiafuoco, e così via).
Dopo queste rivelazioni, la puntualissima analisi della Saggini assimila al gotico anche l’insospettabile Giovanni Verga che (anni dopo), alla faccia del naturalismo, attingerà all’aura cupa della Monaca di Monza, per la sua Storia di una capinera (1871), romanzo di “forzata claustrazione” intessuto dei capisaldi gotici amore, morte e pazzia. A partire dal Risorgimento (1848-1870) l’influenza del genere è insomma ormai conclamata anche nella nostra penisola. Per dirla con le parole dell’autrice di Sole nero:
“Il Gotico si era ormai riversato sulla penisola italiana e aveva iniziato a mettere sotto assedio i centri nevralgici di diffusione culturale. Guidavano quest’opera di conquista gli ‘Scapigliati’ (…) una scuola settentrionale di artisti, poeti e romanzieri che influenzò il Fantastico della seconda metà del secolo al punto di essere troppo sbrigativamente considerati sineddoche dell’intero gotico italiano ottocentesco”. (p. 42)
Con passo e taglio simili, il testo si spinge fino agli epigoni trasversali della corrente (Ombre e spiragli sul nuovo secolo, p. 76-79), rintracciati nei testi (e nelle pellicole) di Tommaso Landolfi, Mario Bava, Eraldo Baldini, Tiziano Sclavi; sfumando in un’appendice fotografica (sui generis ma pertinente al discorso) dedicata ai frontespizi e libretti di opere sui “Vampiri italiani dell’Ottocento”: dalla novella caposcuola Il vampiro di Lord Byron (concepita in Italia), a I racconti del diavolo. Storia della paura, e Il vampiro. Storia vera di Franco Mistrali; ai "vampiri" musicati-inscenati di Salvatore Taglioni e Giuseppe Rota. Nutrita ed esaustiva risulta anche la bibliografia di riferimento per chi desiderasse approfondire altrove la genesi e le ricadute (anche attuali) di un genere immortale.
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