Solo il mare intorno
- Autore: Danilo Arona Luigi Milani Angelo Marenzana
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Sono tutti morti. Una mezza dozzina tra medici e infermieri e soprattutto nove piccoli pazienti dell’istituto di neurologia infantile di Plymouth. Sbranati, come da una animale feroce. Ma la bestia, a quanto pare, dovrebbe avere l’aspetto e l’energia di una bambina di undici anni, l’esile Sarah. Chi non ce la fa a reggere storie dure, inquietanti, di forze oscure, di brutalità, non si accosti al trittico di Danilo Arona, Angelo Marenzana e Luigi Milani, nel volume “Solo il mare intorno” (Nero Press Edizioni, maggio 2016, pp. 238, euro 13,00).
Stop alla lettura e alla larga dal libro, se l’impatto con la prima di tre storie di tre autori diversi fa "tremare le vene e i polsi", come e più di certi scenari infernali mostrati da Virgilio al sommo Dante. Tre racconti, ognuno con al centro tanti misteri e soprattutto un’isola, un luogo che più che circoscrivere l’orrore in uno spazio ristretto sembra invece espanderlo. Sono apparsi indipendentemente l’uno dall’altro in versione digitale nella collana Insonnia della casa editrice gemmata dall’Associazione culturale Nero Cafè.
L’edizione cartacea si avvale della prefazione di Giulio Leoni, a sua volta narratore visionario, attratto tra gli altri temi dagli spazi sconfinati del genere fantastico.
Tre vicende tese, pulsanti una malvagità latente, che esplode in manifestazioni di una crudeltà cieca, sovrumana, impersonale, quasi ovvia nel manifestarsi. La realtà quotidiana, anche quella più banale, si rivolta e mostra una terrificante immagine di sé.
La banalità del male, resa protagonista di un’antologia a tema fantasy horror. Cos’altro può essere, se non il male nella sua indolente ovvietà quotidiana, la violenza immotivata espressa dai due ragazzi annoiati che si divertono a pestare a morte gli sconosciuti homeless in un tunnel sotto la metropolitana, in avvio del terzo racconto, L’isola senza morte di Luigi Milani? Non contenti, danno fuoco ai cartoni e giornali che servono da giaciglio ai malcapitati. Il fumo invade lo spazio buio.
La banalità dell’orrore, che non sa di essere il "male" e che potrebbe essere umano o non umano, terrestre o non terrestre, allignare all’esterno o scaturire dall’interno di noi. Nella fantascienza classica è quasi sempre interpretato da esseri disumani o sovra umani, in questi testi è prodotto dalla fertile immaginazione di tre autori che hanno consumato gli occhi sulle pagine di Edgar Alla Poe e Howard Phillips Lovercraft, di Herbert George Wells e Mary Shelley. Da curriculum, Daniele Arona e Luigi Milani lo hanno fatto certamente e pure dichiaratamente, Angelo Maranzana confessa invece di non avere mai letto Lovercraft, non per pigrizia ma perché respinto dalla crudezza delle storie dello scrittore di Providence. Questo sorprende, perché il suo racconto, Piedra Colorada, propone atmosfere davvero lovercraftiane, a detta della critica. Si svolge sopra un’isola – come le altre due storie, si è detto – assediata dall’oceano e che vive in simbiosi con il penitenziario che ospita. Quella terra emersa è tutt’uno con il carcere, con gli uomini che vi sono reclusi o lo sorvegliano. È tutt’uno col ricordo turbato della scomparsa di detenuti e carcerieri, nel 1936, un mistero che nessuno dei 267 abitanti dello scoglio sa spiegare, se non alludendo a demoni, maledizioni, presenze.
Piedra Colorada, roccia rossa, come il sangue, come gli strani granchi che la popolano.
Danilo Arona, quasi settantenne veterano della narrativa di genere, rende l’isola del suo racconto, Croatoan Sound, il paradigma di quello che potremmo chiamare horror loci, sintesi di genius loci e horror vacui (significano rispettivamente: demone del luogo e la paura del vuoto). Ama reinterpretare in versione orrorifica l’enigma della colonia di Roanoke (oggi Hatteras), il secondo insediamento britannico nel Nuovo Mondo dopo Terranova, a fine ’500. La spedizione con i rifornimenti non trovò nessuno del centinaio di uomini e donne, ma anche nessun segno di lotta o di disordine, nessuna traccia del segnale convenuto di pericolo. Non è mai stata chiarita la sorte dei coloni perduti, che affascina da mezzo millennio, turba e attrae l’immaginario collettivo allo stesso tempo.
Il male puro suona in queste tre isole come un sinistro tam tam, accordato musicalmente in chiave horror, sebbene la particolare atmosfera del luogo descritto da Luigi Milani risulti apparentemente benefica, al punto di fermare il tempo e l’invecchiamento. Straordinario, ma non è mai solo oro quello che luccica! Sembra anche in grado di far tornare in vita i morti (si pensi a chi ci è caro e non c’è più), per quello almeno che sembrano o che sono diventati. Ancora una volta nelle pagine dello scrittore romano, classe 1963, si parla di musica, di rock band, di artisti provati da ogni abuso e dipendenza – sesso droga e rock’n’roll - come Phil Summers, leader dei mitici Chaos Manor negli anni ’90, già incontrato nel romanzo di Luigi Milani “Nessun futuro” (Casini Editore, 2011). Tutti lo considerano scomparso nel 1994. Si direbbe morto e, in un certo senso, è morto.
Chi avrà il coraggio di leggere, si accomodi, nella consapevolezza che
“a volte è necessario dare credito all’impossibile se non vogliamo che la nostra vita si riduca ad una sequela di date sul calendario”.
Solo il mare intorno
Amazon.it: 6,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Solo il mare intorno
Lascia il tuo commento