

Sono solo di passaggio
- Autore: Natalia Gregorini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Il racconto di Anna e della sua storia di donna separata con un figlio che ha scelto di rimanere a vivere con il padre, della ricerca di un nuovo lavoro con indosso tutte le fragilità che non l’avevano abbandonata e che determineranno ancora le sue scelte. Una figura femminile dei nostri tempi, una donna rassicurante ma insicura, divisa dal desiderio di amare e i forti sensi di colpa, in un racconto di vita dedicato a chi aspira a perdonarsi. Sono solo di passaggio (Scatole Parlanti, 2024) è il secondo romanzo dell’autrice Natalia Gregorini, psicoterapeuta che vive e lavora a Roma, sua città natale.
Il risveglio ogni mattina per Anna richiedeva coraggio e sembrava quasi non averne più: sarebbe rimasta al caldo lontano da quello che scorreva fuori. Il suo nome non le era mai piaciuto, ereditato dalla nonna iniziava con una vocale e una consonante per finire uguale. Fin da piccola si perdeva nelle storie romantiche: il suo sguardo sul mondo illuminava le superfici opache e rendeva diamanti anche i soli sassi illuminati dal sole. Ora sapeva bene che la realtà era di più sassi che diamanti; Teo era il suo compagno di giochi, il suo cane, scelto al canile tra i tanti con gli occhi speranzosi. Il suo primo pensiero la mattina appena sveglia era portarlo fuori a spasso, per poi ritrovarlo ad attenderla nel pomeriggio.
Nel piano B della sua vita c’era il suo bar, con al muro le sue amate fotografie di alberi e scorci di cielo tra i loro rami. Lo raggiungeva con la sua bici, salutare, semplice ed economica. L’aveva chiamata Edera, perché dare un nome era conferire un’identità, e poi come l’edera si attaccava ai muri. La vita l’aveva condotta ad inciampare e con dolore a rimanere a terra, ma i suoi sogni li aveva negoziati con la vita stessa, si era rialzata e aveva scelto di rilanciare, prendendosi cura degli altri.
Riconosco il vuoto che abita il mio cuore come un enorme cratere che non lascia scorgere il fondo, un cerchio scuro in cui fa paura immergersi anche solo con lo sguardo.
Il suo bar lo aveva chiamato Sovrappensiero, un posto bellissimo dove fermarsi a riprendere fiato per poi immergersi di nuovo nei propri pensieri. Lorenzo, suo figlio, quando arrivava a casa le dava felicità, le restituiva la consuetudine degli abbracci, della sua voce in casa che tanto le mancava. Aveva sofferto della decisione di rimanere con il padre Andrea, una sentenza che portava nel cuore, e ogni qualvolta erano insieme si ripeteva la cerimonia del riscoprirsi, del conoscersi di nuovo, una danza tra due persone così simili, refrattari alle costrizioni e avidi di libertà. Lorenzo era intenso con i suoi occhi neri, profondi: giocava a rugby e le aveva confidato della sua amicizia sentimentale con Federico.
Ci sono momenti della vita in cui il passato dovrebbe essere solo il luogo del ricordo, disponibile ma non più indispensabile, soprattutto nel decidere la direzione da prendere.
Anna ricorderà a se stessa quanto sia stato doloroso andar via di casa senza Lorenzo, e quanto spesso si sentiva al suo cospetto in colpa e inadeguata. La separazione le aveva tolto la naturalezza di essere madre. Lorenzo era stato voluto da lei e Andrea, che si erano piaciuti e si erano amati, ma quel figlio non li avrebbe tenuti uniti per la vita.
Nella sua vita, per caso, entrerà Leonardo, professore di storia e geografia in una scuola media, frequentatore assiduo del bar. Con Anna parlava molto faticando a stare in silenzio: un uomo pieno di segreti inconfessabili. Anna si perderà nelle sue fantasie, nella piacevole sensazione di appoggiarsi a lui; in balia di un altro aveva perso il controllo su se stessa.
Leonardo, come la nave, aveva invaso il suo spazio interno, quasi all’improvviso, dominandolo con la mole di emozioni.
Lorenzo e Leonardo si sovrapporranno di continuo nella sua mente, vivendo profondamente la preoccupazione di essere inadeguata come madre e la gioia del sentirsi di nuovo donna. Non tutto sarà facile.
Sono solo di passaggio è una lettura intensa ed emozionante sulla difficoltà di scegliere e del sapersi perdonare. Ciò che rende difficile una decisione non è la scelta, ma la consapevolezza dei suoi effetti, e il perdono di sé richiede una riconciliazione con sé stessi, appartiene intimamente all’animo umano ed è difficile da compiere. Solo andando oltre la soglia istintiva e naturale del proteggersi si riuscirà ad aprirsi a un percorso di guarigione.

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