Sopravvissuta ad Auschwitz
- Autore: Eva Schloss con Karen Bartlett
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2013
“Sopravvissuta ad Auschwitz. La vera e drammatica storia della sorella di Anne Frank” (Newton Compton, 2013) è la storia che ha per protagonista Eva Schloss e che viene scritta da lei in collaborazione con Karen Bartlett: è una testimonianza che, oltre a ripercorrere gli orrori dell’Olocausto, ha una parte degli eventi in comune con la ragazzina vittima della malvagità dei nazisti e, poi, resa famosa dal suo diario: Anna Frank.
La narrazione di Eva ha inizio dalla sua infanzia, quando, a Vienna, lei vive con la famiglia in condizioni agiate. Il padre, industriale, nonostante il brutto periodo economico della Depressione, riesce a superare le difficoltà e a fare buoni affari. La famiglia di Eva vive serenamente: lei, il fratello Heinz, mamma, papà, i nonni sono persone quasi da invidiare. Con l’avvento del Nazismo, però, tutto cambia. Il padre, ebreo, fugge in Olanda dove, dopo alcune traversie, lo raggiungono moglie e figli. Eva, dal carattere forte e vivace, poco si abitua alle nuove realtà ed è anche vittima, nella pensione di Bruxelles in cui soggiorna, degli abusi di un uomo poco raccomandabile. Eppure loro, che avevano sempre avuto dei privilegi, ora non possono più difendersi, debbono tacere e subire umiliazioni perché sono ebrei.
Il periodo trascorso ad Amsterdam, invece, è più sereno. La famiglia, ormai riunita, pare non temere il futuro. Qui Eva fa la conoscenza di Anna, la ragazzina quasi sua coetanea, che sarebbe, con il suo diario, rimasta nella storia. Ma la loro amicizia non dura molto: Eva, con la famiglia, viene catturata dai tedeschi e deportata nel campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau, un vasto complesso di sterminio e di lavoro costituto da trentotto lager distinti. Qui la ragazzina assiste alle prime scene strazianti quali la separazione tra persone della stessa famiglia che, probabilmente, non si sarebbero più riviste perché andavano incontro ad un diverso destino. Migliaia di persone, tutte abbigliate con stracci, rasate, estremamente magre, sfibrate nel corpo e nello spirito e, poi, quell’odore così acre e penetrante che proveniva dai forni crematori… quell’odore che non si sarebbe più potuto dimenticare.
La Storia ha il suo corso e le immani sofferenze subite dagli ebrei hanno fine con l’arrivo delle truppe che liberano i prigionieri dai campi di sterminio. Eva ha una grande fortuna: quella di essere sopravvissuta insieme alla madre. Non tutta la famiglia, però, si ricompone, così come molti altri non ritrovano i loro cari. E’ il destino anche di Otto Frank che perde la moglie e le due figlie. Gli restano i ricordi raccolti, in particolare, in quel diario della sua piccola Anna così come a Eva, che ha perso il padre e il fratello, rimangono solo i quadri che essi avevano dipinto con passione. Dopo la guerra, pian piano ha luogo la ricostruzione. Prima, però, Eva e la madre, in particolare, sono costrette ad affrontare un doloroso evento: il processo a coloro che avevano tradito gli ebrei. Riemergono nelle protagoniste e in tante altre persone ricordi spesso angosciosi che le tengono ancorate al passato e che è veramente doloroso esporre in tribunale.
Giunge, finalmente, il momento per crearsi un futuro: qui la vita della protagonista si intreccia con quella di Anna Frank. Sarà il padre di lei a consigliarle la strada da percorrere regalandole la Leica, quella macchina fotografica di famiglia che ora a lui non serve più. Eva procede pian pano verso il futuro: un viaggio a Londra, il ritorno ad Amsterdam dalla madre e, poi, l’amore. La protagonista va in moglie a Zvi, di origine ebrea, con un passato trascorso in Israele e ora residente a Londra ove ha un buon posto di lavoro. Ma questo non è l’unico matrimonio: Otto Frank, vedovo e solo, si affeziona sempre più alla madre della protagonista e i due decidono di sposarsi. Eva diviene così la sorella, anche se in forma postuma, di Anna Frank, il cui diario è la prima testimonianza delle sofferenze degli ebrei e viene pubblicato ben presto in più lingue. Lei stessa, negli anni seguenti, accompagna con le sue parole la presentazione del diario e lo fa in modo sentito, partecipe perché anche lei è stata vittima di quegli orrori.
Certo, il destino di Eva Schloss è differente da quello di Anna, anzi è felice, ma nelle pagine del libro la protagonista ci fa capire quanto gli eventi vissuti l’abbiano segnata, ma, attraverso essi, quanto lei abbia imparato ad apprezzare la vita.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sopravvissuta ad Auschwitz
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