Sotto un sole nero di Ivano Mingotti

In un futuro distopico, rappresentato dal "cielo nero" del titolo, una nuova minaccia potrà cambiare gli equilibri e far rispuntare una luce di speranza.

Ho avuto sensazioni ondivaghe nella lettura di questo romanzo di Ivano Mingotti.

La storia è quella di un futuro immaginario, distopico, in cui un regime totalitario, molto simile al Reich, è guidato dal Ductor, figura simbiotica di Hitler.

A seguito di un disastro ecologico, qui la sudditanza si manifesta innanzitutto dal "cielo nero" del titolo, telo per mascherare orrori e ingiustizie e per coprire speranze e coraggio e tutto alienatamente scorre imperturbabile, finchè una nuova minaccia esterna arriverà a turbare questi strani equilibri.

Eppure tra le righe, tutte in prima persona, tutte a raccontare un personaggio, un orrore, spunta luminoso qualche passaggio, come "panni" e "mamma" che ti colpiscono dritti allo stomaco.
Lo stile ripetuto e ripetitivo delle battute qui ottiene un senso e un perfetto compimento e, sebbene in taluni passaggi ho fatto fatica a seguire la litania delle voci, sono quegli spunti di cui sopra che alla fine mi hanno permesso di apprezzare e promuovere questo autore emergente.