Minoica
- Autore: Ivano Mingotti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Poi un volto, oltre quelle teste, un volto ben preciso; il volto di un ateniese, di uno sconosciuto, di un prigioniero; un volto, solamente un volto, nient’altro che un volto in questa penombra luminosa di teste e di schiamazzi, di spinte e di libertà; un volto, e mi sento schiacciata.
“Minoica”(Nulla Die, 2015) di un giovane autore ormai arrivato al nono romanzo Ivano Mingotti, narra i sentimenti di Arianna, famosa figlia di Minosse, re di Creta. Attraverso il suo amore per il giovane Teseo, scorto all’improvviso mentre scendeva da una nave di schiavi, l’autore indaga i bisogni e le emozioni della protagonista, dalla necessità di libertà dal padre autoritario al sfociare e al bruciare della passione. Di sicuro non è semplice rivisitare la figura di Arianna, renderla diversa dal mito cui siamo soliti conoscerla. La protagonista è giovane, in bilico tra l’adolescenza e l’età adulta, pronta a diventare donna e fragile allo stesso tempo, arrogante, superba. Risulta quasi antipatica e non sempre è semplice provare empatia nei suoi confronti.
Ciò che rende particolare la lettura è lo stile dello scrittore Ivano Mingotti: introspettivo, con pochi dialoghi, spesso ripetitivo, quasi astratto e poetico. Non adatto a tutti, bisogna di sicuro prendervi confidenza. Alcuni passaggi sono più complicati e richiedono una seconda lettura per comprendere tutte le sfumature, altri punti risultano ripetitivi. Non è una lettura semplice e scorrevole, necessita di tempo, ma è davvero interessante la sperimentazione dell’autore e il suo stile ormai consolidato. Da tenere sott’occhio.
“È così faticoso amare, così affaticante sentire l’amore.
E tutto così terribilmente bello.
Mite.”
Minoica
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"Dentro al replay, fra miliardi di altri ci sei ..." dice una bellissima canzone di Samuele Bersani e la sensazione, leggendo questo libro, è proprio quella di un lento e ossessivo ripetersi d’immagini al rallentatore, in un crescendo dai toni forti e dal finale imprevisto. In estrema sintesi, le parole usate come una cinepresa, per focalizzare i particolari e renderci, in tal modo, partecipi e presenti, oserei dire coprotagonisti del romanzo.