Soumchi di Amos Oz

Soumuchi è un piccolo romanzo di formazione centrato sull’idea del cambiamento, o forse più esattamente dello scambio, che porta al cambiamento. Come recita l’incipit:

“tutto cambia. Si cambiano gli amici e i conoscenti, per esempio, si cambia scena e professione, si cambia la casa vecchia con quella nuova, si cambiano le azioni in obbligazioni, o viceversa, si cambia la bicicletta con la moto, la moto con l’auto, ci si scambiano francobolli e monete, lettere, saluti, idee e opinioni; alcuni si scambiano sorrisi”.

Siamo in una Gerusalemme occupata dagli inglesi, una Gerusalemme allo stesso tempo concreta e rarefatta, vista attraverso gli occhi di Soumchi, un ragazzino che desidera esplorare il mondo. L’occasione gli si offre quando, a undici anni, lo zio gli regala una bicicletta. I suoi genitori, diffidenti nei confronti della figura di questo zio che definiscono “traffichino” (parola sul cui significato Soumchi si interroga da sempre), dopo qualche resistenza, decidono di permettergli di accettare il regalo.

Immediatamente il ragazzo decide che sarebbe partito, che avrebbe oltrepassato i deserti del Negev e del Sinai, verso il cuore dell’Africa, per arrivare alle sorgenti del fiume Zambesi. Prima di mettersi in viaggio però, decide di correre a raccontare i suoi progetti all’amico Aldo, che lo convince invece a scambiare la sua nuova bicicletta con un trenino elettrico.

Da questo momento in poi, Soumchi, tornando verso casa, si ritroverà catapultato in un vortice di eventi concatenati l’uno all’altro, tutti legati al nuovi scambi di oggetti, perdendo di vista il suo scopo iniziale e trovandone di volta in volta altri, nuovi, sempre più importanti per la sua crescita, tra i quali il suo primo amore: Esthie.

Piccolo universo popolato di personaggi insieme reali e fiabeschi, Soumchi di Amos Oz (Feltrinelli, 2013) è ben lontano dall’essere un romanzo esclusivamente per ragazzi. Anzi, nella sua atmosfera rocambolesca e avventurosa, questa storia è in grado di ricordare nitidamente agli adulti quanto un piccolo avvenimento possa essere entusiasmante o drammatico agli occhi di un bambino, tanto da non dimenticarsene più per tutto il resto della vita.